Desideriamo condividere con quante più persone possibile la nostra storia che è ancora in corso ma che merita di essere raccontata per far sapere che esistono reparti ospedalieri in cui con dedizione e umanità ma anche tanta professionalità si possono compiere veri e propri miracoli.
Mia madre, una donna forte, tenace e piena di vita, dipendente del Comune di Caltanissetta una nonna presente e amorevole ma anche moglie attenta ed infaticabile, una guida per la nostra famiglia, all’improvviso una sera di dicembre 2024 si è spenta. La corsa al Pronto Soccorso, gli accertamenti e infine la sentenza: rottura aneurisma cerebrale.
Veniva sottoposta ad immediato intervento chirurgico e noi della famiglia spaventati e distrutti dal dolore capivamo poco o niente di ciò che i medici ci stavano comunicando. Nella mente balenava un solo pensiero: non avrei mai più potuto parlare con mia madre che respirava grazie alle macchine ma che non era più con me.
Trascorsi due mesi ci suggeriscono il trasferimento presso l’Hospice di San Cataldo. Io e mio padre non conoscevamo questo reparto che solitamente viene associato ad un’immagine di terminalità della vita e pensavamo di stare accompagnando mia madre verso la fine. Ma non era ancora finita.
Quando mia madre è arrivata in Hospice era in coma; la paura e lo sconforto erano così forti da lasciarci senza parole, ma un’intera équipe di professionisti ci ha accolti con attenzione silenziosa e una presenza costante che sono diventate per noi un’ancora in mezzo alla tempesta.
Mai avrei immaginato di vedere un filo di luce in quella condizione, e invece, giorno dopo giorno, grazie all’instancabile impegno di tutti gli operatori dell’Hospice, alla loro competenza e soprattutto al rispetto profondo che hanno dimostrato per la persona che mia madre è – anche quando non poteva comunicarlo – qualcosa è cambiato.
Con piccoli ma significativi gesti, lei ha cominciato a reagire: prima muovendo leggermente le gambe, poi aprendo gli occhi. E infine, come un dono immenso, ha iniziato a parlare. Le sue parole, che per molti sarebbero state semplici sillabe, per noi sono state miracoli quotidiani. Quelle risposte, quei segni di coscienza e lucidità, hanno riacceso in noi la speranza e la gioia. Con profonda commozione e infinita gratitudine, desidero rivolgermi a tutti voi.
Al Dott. Mulè, Responsabile dell’Hospice, che ci ha accolti con sensibilità e ci ha accompagnati in ogni passo di questo difficile percorso, insieme ai Dottori Naro, Paradiso e Licata, e al Coordinatore del Reparto, Dott. Fabio Messina, che con dedizione e professionalità si sono presi cura, giorno dopo giorno, di mia madre.
Un sentito grazie alla Fisioterapista, Dott.ssa Agnese Vancheri, che ha reso possibili i suoi primi movimenti; alla Logopedista, Dott.ssa Veronica Torregrossa, che ci ha permesso di riascoltare la sua voce; e alla Psicologa del Reparto, Dott.ssa Valentina Bordino, che con la sua presenza discreta ma costante ci ha sostenuti nei momenti più duri, fino a gioire con noi quando finalmente mia madre è tornata alla vita.
Un grazie sincero a tutti gli Infermieri, agli OSS. Ognuno di voi ha lasciato un segno indelebile nel nostro cuore prendendosi cura della persona e non soltanto della paziente. Infine ringraziamo per il loro conforto quotidiano anche i Volontari dell’Associazione “Amici dell’Hospice”, il Cappellano Padre Francesco Falletta e il personale ausiliario.
Grazie a voi, oggi sappiamo che le sue facoltà cognitive sono rimaste integre, e che sotto la superficie del trauma c’era – e c’è ancora – la donna meravigliosa che abbiamo sempre conosciuto. Questo risultato non è stato solo frutto delle cure mediche, ma dell’umanità con cui le avete parlato, toccato le mani, incrociato lo sguardo.
In un luogo che per molti rappresenta l’ultimo tratto del cammino, voi siete riusciti a restituirci un pezzo della nostra mamma, e con lei, anche una parte del nostro futuro. Perché all’Hospice, e in particolare all’Hospice di San Cataldo, non si va semplicemente per morire, come spesso si crede. Si va per essere accolti, ascoltati, curati con amore, dignità e rispetto. Si va per trovare sollievo nel dolore, per ritrovare la voce, un sorriso, un respiro di speranza. In quel luogo, che pensavamo fosse solo un passaggio verso la fine, abbiamo invece riscoperto la vita. All’Hospice di San Cataldo, mia madre è tornata a vivere. E con lei, tutti noi. Non dimenticheremo mai ciò che avete fatto.
Con immensa riconoscenza,
Famiglia Corbo – Baio Mazzola









La Signora si deve ritenere molto fortunata, che ha ripreso in mano la sua vita.. però purtroppo tutte le persone da me conoscenti trasferiti all’Hospice di San Cataldo non sono mai usciti vivi.
Tanti Auguri alla Signora e anche un pensiero per tutte le persone che vi lavorano.