Vertici e operatori socio sanitari di una sospetta casa di riposo lager vanno sotto processo. Sei in tutto legati alla «Santa Chiara» di Caltanissetta. Altre tre posizioni sono state stralciate e potrebbero ricorrere al patteggiamento o ad altro rito alternativo. Come all’abbreviato potrebbero ricorrere alcuni tra i sei imputati per i quali è stato già fissato, per metà giugno, il giudizio con rito immediato chiesto dal pm Piera Anzalone e disposto con decreto dal gip.
In tribunale saranno chiamati la sessantaquattrenne Venera Alaimo a capo della società «Salve di Falzone Gabriele & C. sas» proprietaria della casa di riposo «Santa Chiara», ma gestita dalla «Agata srls» della cinquantenne Agata Giovanna Salamone, Donatella Michela Salamone, sorella di Agata Giovanna, gli operatori socio sanitari Pietro Castronovo, Gianluca Giuseppe Ciresi e Gaetano Marrocco (assistiti dagli avvocati Antonio Impellizzeri, Umberto Ilardo Rosario Di Dato, Dino Milazzo, Martina Vurruso, Boris Pastorello e Rossella Nicoletti). Sono accusati di maltrattamenti, sequestro di persona, abbandono di persone ed esercizio abusivo di pratiche sanitarie.
Nei loro confronti saranno parti civili i familiari di ospiti della stessa struttura e che sono poi deceduti (assistiti dagli avvocati Giuseppe Dacquì, Ramona Dacquì, Dario Giambarresi e Italo Attardo). Stralciate le posizioni di altri tre operatori, il trentottenne Marco Iacono, la quarantottenne Katia Dibenedetto e la venticinquenne Noemi Tomasella (assistiti dagli avvocati Massimiliano Bellini e Sergio Iacona) . Secondo l’accusa, gli anziani sarebbero stati maltrattati, umiliati e pure derisi.








