Il tribunale di Enna ha assolto una 31enne tunisina, ex hostess della Qatar Airways, dal reato di lesioni aggravate ai danni dell'ex marito. La donna, di fede musulmana, aveva sposato un sessantenne di Enna il quale, per suggellare la loro unione, non solo aveva deciso di contrarre matrimonio a Tunisi ma si era anche dovuto convertire all'Islam. Circostanza, quest'ultima, che inizialmente l'uomo aveva smentito ma che è stata dimostrata in aula tramite un documento delle autorità tunisine comprovante la conversione. Secondo quanto ricostruito durante il processo la convivenza tra i due si era rivelata da subito problematica per la voglia di indipendenza della donna – difesa dall'avvocato Maria Giulia Baglio – la quale desiderava svolgere un lavoro all'altezza degli studi fatti e per questo, oltre che per non pesare economicamente sul marito, si recava spesso all'estero. A quel punto l'uomo aveva deciso di buttarla fuori di casa dichiarando, anche durante il suo esame come parte offesa nel processo, che avrebbe fatto di tutto purché lei se ne andasse via. L'uomo, in sede di processo, ha dipinto il profilo di una donna araba di fede musulmana che fa uso di alcol e usa violenza sul marito. Nel giugno del 2021 l'uomo, dopo aver costruito un teatro di violenze mai esiste, aveva denunciato la moglie per lesioni aggravate dall’uso dell’arma, nello specifico delle bottiglie rotte. Il legale della donna, l'avvocato Maria Giulia Baglio ha sostenuto la totale inattendibilità della persona offesa, che non si è neppure costituita parte civile, che avrebbe fornito quattro versioni diverse della dinamica denunciata una prima in sede di denuncia/querela, un’altra nell’immediatezza dei fatti ai carabinieri intervenuti che non notavano sul suo corpo alcuna lesione e alcuna medicazione, un’altra in aula su domande del pm e poi ancora un’altra su domande della difesa. Chi aveva realmente subito violenza quel giorno sarebbe stata proprio la donna che non aveva prontamente denunciato per paura dell’uomo ed era scappata in Tunisia. L'avvocato Maria Giulia Baglio ha altresì sostenuto l'assenza della prova di reato pur essendovi un certificato medico, poi sconfessato dalla stessa persona offesa che ha finito per negare parte delle lesioni che però aveva denunciato. Il legale della donna ha sostenuto che i certificati medici hanno un valore probatorio limitato. Sono documenti che vanno riscontrati e non sono sufficienti a suffragare le dichiarazioni della persona offesa quando è l’unica testimone dei maltrattamenti.
Inoltre le dichiarazioni della persona offesa possono essere ritenute credibili laddove vi sia il riscontro oggettivo di un certificato medico che attesti la presenza di lesioni del tutto concordanti con i fatti riferiti dalla vittima. Al termine del processo la donna è stata dunque assolta perché il fatto non sussiste.
Sessantenne di Enna si converte all’Islam per amore ma poi non accetta l’indipendenza di lei e la accusa di lesioni: il tribunale assolve la donna

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ahahahahahahaha lui proprio un menomato