Dieci i medici indagati per una morte ritenuta sospetta. Ma alla fine i loro nomi sono usciti dal dossier. Perché è stata la stessa procura, sull’onda delle consulenze redatte dagli esperti incaricati, a ritenere che nell’operato dei medici non fossero emerse macchie. E alla fine il gip ha archiviato le posizioni dei dieci professionisti (assistiti dagli avvocati Ernesto Brivido, Giuseppe Dacquì, Michele Ambra, Sergio Iacona, Calogero Failla e Teresa Cocca) tra medico di base che aveva in cura la vittima, Salvatore T., del pronto soccorso e del reparto di malattie infettive del «Sant’Elia», i cui nomi erano finiti nel registro degli indagati per l’ipotesi di omicidio colposo.
Era stato il fratello della vittima a rivolgersi alla polizia raccontando che il giorno di Natale di due anni fa aveva accompagnato in ospedale il fratello, presto dimesso con la diagnosi di «distorsione alla caviglia sinistra», nonostante i familiari avessero chiesto ai sanitari ulteriori accertamenti. iI familiari, assistiti dall'avvocato Francesca Cocca, avevano spiegato, in sede di denuncia che la distorsione alla caviglia era conseguenza del suo malessere non il motivo principale per cui era stato condotto in ospedale. E che proprio per questo era stato portato in ambulanza.
Il giorno successivo il medico di famiglia avrebbe suggerito, in caso di necessità, il ricovero ospedaliero. Il paziente, il 3 gennaio, è tornato al pronto soccorso e, dopo ventiquattr’ore, è stato trasferito a malattie infettive. Ma la situazione è poi precipitata, Sì, perché una settimana dopo è deceduto per un arresto cardiorespiratorio.
I familiari, a quel punto, hanno chiesto chiarezza. Ma la procura, passando per una consulenza redatta da un paio di esperti, è giunta alla conclusione che l’operato dei medici non avrebbe presentato alcun cono d’ombra. E, alla fine, il gip ha accolto la richiesta di archiviazione








