Arrivano dal Bangladesh, dal Maghreb o dall'Africa centrale. Tutti dopo un viaggio estenuante e con piccoli bagagli e poche cose al loro interno. E la prima cosa che trovano a “Casa Nostra”, struttura di accoglienza per minori stranieri non accompagnati della cooperativa sociale Etnos di Caltanissetta, è l'amore per il prossimo. Per i minori stranieri che arrivano in Italia da soli, senza un genitore al loro fianco, il passaggio a “Casa nostra” diventa prezioso. E' qui infatti che cominciano a studiare l'italiano, a comprendere la nostra cultura, le regole ma anche a vivere una vita del tutto simile a quella dei loro coetaeni. A guidare la struttura è Maria Rosaria Bufalino, psicologa ormai esperta di immigrazione e di tutte le pratiche relative all'accoglienza. E' lei infatti a coordinare e gestire le case per minostri stranieri non accompagnati di Caltanissetta e Montedoro. Con lei ogni problema che si dovesse presentare trova subito una soluzione. Il carattere deciso e l'allegria che riesce a trasmette sono i suoi punti di forza. E in più è riuscita a creare un clima dove ci si sente a casa. Ad affiancarla operatrici altrettanto eccezionali: Eliana, Laura, Patrizia, Benedetta, Daniela, Carola e Martina. E poi ci sono loro, i mediatori linguistici e culturali, quelli che riescono a creare un ponte con i ragazzi perché ne conoscono bene lingua e cultura: Assia, Lotfi e Najib. La forza della struttura è il lavoro di squadra. Tutti, operatori, mediatori, educatori, psicologhe, collaborano per la buona riuscita della giornata. Spendendosi al pari degli altri. Giornate scandite da regole fisse ma anche da un senso di amicizia tra culture che trapela da ogni conversazione. Per i minori stranieri non accompagnati, spesso spaesati all'arrivo in Italia, qualcuno anche traumatizzato per ciò che ha vissuto, gli operatori diventano veri e propri punti di riferimento. E tutti, hanno grande rispetto per coloro che stanno creando per loro delle possibilità per il futuro. “Alcuni di loro arrivano con sintomi da stress post traumatico – spiega Maria Rosaria Bufalino – per quello che hanno passato in Libia o durante il viaggio. Non dormono la notte, sono guardinghi, sobbalzano ad ogni rumore. Per alcuni sono necessarie delle sedute con i neuropsichiatri infantili dell'Asp, altri invece cominciano a stare bene da subito, non appena acquisiscono tranquillità e sicurezza”. A “Casa Nostra” i confini non esistono. I ragazzi, provenienti da ogni parte del mondo, le parti più povere del Sud del mondo, fanno amicizia tra loro, pranzano tutti insieme, si dividono i compiti – c'è chi sparecchia la tavola e chi spazza il pavimento – studiano insieme. Spesso le lezioni con Assia e Martina, diventano un'occasione per mettere a confronto le diverse culture ma anche per ridere insieme. E poi ci sono le giornate di svago, al mare o in piscina. Tutto nell'ottica di far vivere ai ragazzi la quotidianità. E grazie all'aiuto degli operatori, impegnati a far crescere quelli che saranno gli uomini del domani, molti trovano subito un lavoro. Oggi sono tanti gli imprenditori nisseni che si avvalgono della manodopera fornita dai ragazzi, puntando su di loro, ovviamente con contratti regolari. I ragazzi che arrivano da Casa Nostra, infatti, sono spesso apprezzatissimi per la loro puntualità, per la voglia di fare, per essere lavoratori irreprensibili e sui quali poter contare. Spesso i soldi guadagnati servono per aiutare le famiglie rimaste nei rispettivi paesi, famiglie il più delle volte poverissime, che hanno fatto la dura scelta di mandare i loro figli da soli in Europa soprattutto per dar loro una possibilità. E i ragazzi sentono su di loro il peso della responsabilità. Altri investono subito i soldi guadagnati per prendere la patente così da poter essere autonomi. Ragazzi che cominciano a conoscere il valore dei soldi e della fatica necessaria per costruirsi un futuro. E quando dopo una giornata di lavoro, o dopo una giornata al grest, per i più piccini, tornano a Casa Nostra sanno di trovare il cibo preparato dalle operatrici, ogni giorno un pasto diverso, cucinato con tanto amore. D'altronde i minori stranieri non accompagnati sono figli del mondo e l'amore che ricevono a Casa Nostra diviene amore che sono pronti a restituire. Se si volesse dare una definizione alla parola integrazione basterebbe trascorrere una giornata all'interno di Casa Nostra e nessuno avrebbe più alcun dubbio sul suo significato e sulla sua importanza. La struttura Casa Nostra è un centro di seconda accoglienza per minori stranieri non accompagnati che fa parte della rete Sai (Sistema di Accoglienza e Integrazione) del Ministero dell'Intero. L'ente capofila del progetto Sai di Casa Nostra è il Liberio consorzio comunale di Caltanissetta.








