Il bracconaggio nelle aree protette della piana di Gela è ormai fuori controllo. Un vero far west». Lo denuncia il Wwf che a Gela (Cl), ha presentato immagini video nelle quali si documenta la presenza di cacciatori in aree protette, nonostante i divieti. Non si fermano neppure davanti alle guardie Wwf, che si occupano di monitorare le zone più sensibili, per la tutela dell’avifauna. A Manfria, frazione balneare, e nella vicina Desusino, frazione del comune di Butera (Caltanissetta), gruppi di cacciatori, armi in pugno, sono entrati in azione anche lo scorso 21 settembre, quando per le aree sottoposte a vincolo Iba (Important Bird and Biodiversity Area) era previsto il totale «silenzio venatorio».
Il Wwf segnala inoltre la presenza di «vedette», che avviserebbero i cacciatori al momento dell’arrivo delle guardie. Ci sarebbero costanti comunicazioni anche via whatsapp, è stato riferito dagli operatori. «Producono annualmente gravi danni al patrimonio faunistico dello Stato», dicono ancora i rappresentanti Wwf. «Mettiamo il massimo impegno, anche con evidenti rischi personali, ma da soli non ce la facciamo a fronteggiare una situazione di così grave illegalità con condotte arroganti e di palese sfida alla legge. Nella Piana i bracconieri agiscono con spavalderia nella quasi certezza dell’impunità perché, di fatto, rappresentiamo l’unica presenza. Ma è un onere che ci espone a rischi troppo elevati e che non è più sufficiente, da solo, a contrastare un fenomeno che merita un reazione da parte delle istituzioni deputate», dice Ennio Bonfanti, coordinatore regionale della vigilanza Wwf in Sicilia. (ANSA).
Bracconaggio a Gela fuori controllo, l’allarme del Wwf
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