Uno spazio vuoto è sempre un’assenza. E’ un luogo dove manca qualcosa o qualcuno.
È la solitudine, è il distacco, è l’indifferenza, è l’angoscia, è la tristezza.
Ritrovarsi in un angolo della casa vuoto è come il perdersi nell’infinito, nel nulla.
Uno stadio nasce per essere riempito, per dare sfogo all’entusiasmo, per dare vita a una giornata di sport, di colori, di sventolìo di bandiere, di spensieratezza, di condivisione e divisione, di proteste, di fischi e di applausi. Lo stadio è il grande circo in cui si va per assistere a uno spettacolo, per sostenere la tua squadra, i tuoi beniamini per incoraggiarli e al contempo per scoraggiare gli avversari.
Assistere a un derby senza la presenza dei tifosi di una delle due squadre locali è triste, è anacronistico, è antisportivo. Vecchi rancori nati forse più da leggende o da antichi incomprensibili dissapori che da atti e/o fatti realmente accaduti . È uno scontro senza ragioni, è un modo assurdo di concepire una sfida calcistica. Cosa vuol essere una rivincita del povero contro il ricco, dello sfruttato contro lo sfruttatore o piuttosto è il disagio della nostra società? Il campanilismo è sano, è verace, è sanguigno ma giammai violento o stupido. Un derby non è la disfida di Barletta e va vissuto come sano antagonismo e con sana ironia. Sarebbe stato bello oggi vedere la partecipazione dei tifosi Sancataldesi che avrebbero dato più calore a una partita ( al di là del risultato) oggi purtroppo per molti tratti noiosa. Così oggi ho comprato dagli ultrà della Sancataldese due biglietti per assistere alla partita dal maxischermo allestito nello stadio Valentino Mazzola. Sarà il sasso nello stagno dopo aver visto Nissa- Sancataldese dal vivo? Il prossimo derby: Non uno di meno.
Giuseppe Dacquì
L’avvocato Dacquì su Nissa-Sancataldese: “Uno stadio nasce per essere riempito, peccato per l’assenza dei tifosi verdeamaranto”

Nessun commento
Nessun commento







