Il messaggio a caldo del Presidente Luca Giovannone, al termine di una delle partite più deludenti della stagione, ha colpito profondamente la città e il popolo biancoscudato. Un colpo allo stomaco, per chi ama questi colori e per chi, come lui, li ha scelti non per nascita ma per convinzione, sacrificio e amore autentico.
È giusto che il Presidente sappia una cosa, chiara e inequivocabile: nessuno lo reputa responsabile della brutta prestazione della squadra, così come dei risultati finora al di sotto delle aspettative di inizio stagione. Il dispiacere è grande, la delusione pure. Ci aspettavamo un regalo di Natale diverso. Un regalo fatto dal campo, dai giocatori e dallo staff tecnico.
Ma sappiamo anche che il Presidente è il primo, il più amareggiato, colui che ha scelto di fare da parafulmine in un momento di tempesta. La contestazione – legittima – non è stata, e non vuole essere, un attacco alla sua persona. Tutt’altro. È figlia dell’amore viscerale che questa città prova per la Nissa.
Caltanissetta ha ricambiato sin dal primo giorno il suo impegno, la sua passione e la sua dedizione. E anche se non è nisseno di nascita, ha dimostrato di esserlo più di tanti nisseni di sangue. Con i fatti. Con la presenza. Con il cuore.
Purtroppo il calcio, questo gioco meraviglioso e crudele — “inventato dal diavolo”, direbbe qualcuno — ha sempre bisogno di un colpevole quando mancano gioco e risultati. E, volenti o nolenti, a pagare è quasi sempre l’allenatore. È successo tante volte e continuerà a succedere.
Ecco perché oggi non è il momento dei passi indietro. Oggi è il momento dei pugni sul tavolo. Delle decisioni forti. Della guida sicura. Perché la Ferrari che è stata allestita deve essere guidata bene. E i cavalli nel motore devono finalmente galoppare tutti insieme, nella stessa direzione.
Presidente, noi lo sappiamo: lei non è Schettino. Lei questa nave non l’abbandonerebbe mai.
A caldo si dicono e si fanno cose che, a mente fredda, non ci sfiorerebbero nemmeno “l’anticamera del cervello”. Ma Caltanissetta vuole il suo condottiero. Quello che abbiamo imparato a conoscere, stimare e seguire. Senza esitazioni. Fino all’ultimo minuto.
Adesso è il momento di restare. E ripartire.
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FORZA NISSA, SEMPRE!







