Sacchi per la raccolta dei rifiuti contenevano porzioni di teschi, femori, braccia, tibie, mani, parti della gabbia toracica, capelli, lembi di abiti e scarpe dei defunti: è quanto scoperto nella discarica abusiva del cimitero di Aci Catena, in provincia di Catania, da qualche mese sotto osservazione dopo la recente apertura di un’inchiesta per le gravi violazioni igienico-sanitarie del camposanto comunale.
I resti umani abbandonati nel corso dei decenni sono riemersi dalle verifiche disposte dall’Arpa, in seguito al ritrovamento di bare, casse in zinco e paramenti funebri, sequestrati dai carabinieri nell’indagine dei carabinieri della Compagnia di Acireale, coordinati dalla procura etnea, sulla malagestione del camposanto cittadino in cui sono indagati il sindaco Margherita Ferro, il vice con delega ai servizi Cimiteriali Andrea Licciardello, l’ex assessore, Pippo Sciacca, il dirigente dell’area tecnica Alfio Grassi, l’attuale direttore del camposanto, Alfio Di Grazia e il suo predecessore, Alfio Gulisano. L’accusa – a vario titolo – è di vilipendio di cadavere e abbandono di scarti cimiteriali. Indagini che si sono avvalse del nucleo dei Vigili del Fuoco, dell’Arpa e del personale dell’Asp.






