Il sindaco di Gela è sempre più solo. Adesso è stato abbandonato definitivamente anche dagli ex assessori Flavio di Francesco e Francesco Salinitro oltre che da Emanuele Ferrara. Si sono tutti dimessi da “Sviluppo Democratico”. La decisione è stata adottata al termine di una riunione svoltasi sabato scorso ed è stata presa per il “venir meno di un impegno politico che l’onda di cambiamento voluta dai gelesi nel 2015 aveva portato la Giunta messinese al governo della città. Tale disimpegno- si legge in una nota – si è consumato definitivamente con l’appoggio di una parte della Giunta (sindaco compreso) ad Alternativa Popolare (AP) e in esso ad un suo candidato senza che all’interno di Sviluppo Democratico si sia mai svolto alcun dibattito politico su tale scelta, e nonostante l'assemblea del partito si sia espressa in senso contrario come attesta un comunicato ufficiale di smentita chiaro ed inequivoco. Nonostante ciò, nel corso dei due incontri successivi al pessimo risultato elettorale alle regionali del 5 novembre scorso, non c’è stato alcun cenno autocritico sulle scelte compiute dal gruppo ristretto. Ormai Sviluppo Democratico era stato esautorato e non era più chiamato a svolgere alcun ruolo nella gestione della crisi, ruolo che piuttosto avevano accentrato due o tre persone al massimo. Esautoramento che è divenuto completo quando una parte del direttivo manifestò contrarietà alla scelta elettorale compiuta, scelta per di più, imposta in modo autocratico e pretenzioso. Al risultato elettorale sussegue il repentino (finto) azzeramento della Giunta, che al di là dei modi più che discutibili sul come è avvenuto, viene compiuto al solo scopo di “liberarsi” degli assessori scomodi, facenti parte o no di Sviluppo Democratico. L’espulsione della maggioranza degli assessori è così importante per gli esecutori che l’azzeramento avviene incurante dei danni che possono derivare alla città per atti in corso di esecuzione e istantaneamente bloccati, per l’iter in corso di approvazione del Bilancio che imbocca un crinale eccessivamente rischioso, per il blocco dell’attività di chiusura di alcuni progetti del patto per il sud, che avevano il 31 dicembre come data ultima di conclusione della progettazione esecutiva e di presentazione in Regione”.







