A chi in questo momento scrive sull'efficenza del servizio reso dal personale del Pronto Soccorso di questa città vorrei fare presente che, da sempre il personale medico e sanitario (OSS, Infermieri, portantini) del Pronto Soccorso del Sant'Elia, e di tutti i Pronto Soccorso di Italia, svolge la propria professione come una missione e si prodiga nel prestare il proprio servizio con abnegazione e professionalità anche dinanzi a carenze organiche e strutturali che esulano dalle loro competenze, sopportando da sempre turni massacranti, impegnandosi nel risolvere problematiche spesso non strettamente di carattere sanitario, rinunciando talora ad avere una vita sociale e negando alla propria famiglia momenti di condivisione, con l'unico scopo di salvare vite umane e di dare alla popolazione un servizio appropriato alle loro necessità, anche se troppo spesso non di reale pertinenza del servizio di emergenza ed urgenza.
Quanto sta accadendo in questo preciso momento storico, un momento di grande sofferenza per tutta la popolazione mondiale, mette in luce quanto realmente troppo spesso si abusi di questo servizio, ma nonostante ciò mai nessuno è stato lasciato ad aspettare invano risposte che altri avrebbero dovuto dare (territorio, MMG..).
Onestamente suona strana questa enfatica proclamazione dell'eccellenza del servizio reso dal personale del Pronto Soccorso del Sant'Elia proprio in questo momento, dove tra l'altro come sottolineato in taluni articoli, i numeri degli accessi sono quasi ridotti allo zero.
A tutti questi personaggi mi permetto di suggerire di avere l'onestà intellettuale di mettere da parte il “proprio coinvolgimento personale" allorché si apprestano a lodare l'efficenza e la professionalità dei medici e degli operatori tutti.
Oggi la popolazione ci proclama "EROI", ma tutti noi ricordiamo ancora le aggressioni verbali e non solo, le accuse infamanti, gli articoli di giornale con i nostri nomi e cognomi messi in risalto, le calunnie sui social, le pretese assurde, le diagnosi fatte su Google o Yahoo…
Se davvero queste persone vogliono rendere onore a chi ogni giorno, a prescindere dal momento storico, dai numeri e dai "nomi", si prodiga a prestare il proprio servizio con passione, si battano per far si che, quando tutto questo sarà finito, la popolazione non dimentichi il sacrifico dei tanti medici, infermieri, OSS, che in questa guerra hanno perso la vita e che il rispetto manifestato dai balconi con applausi, minuti di silenzio e striscioni non rimanga una meteora ma continui anche quando tutti in massa torneranno ad affollare le sale d'attesa dei Pronto Soccorso per avere in tempi brevi quelle risposte che, come tra l’altro affermato da coloro che si prodigano a scrivere sui giornali, altri dovrebbero dare e che noi non abbiamo mai negato.
Non abbiamo bisogno di encomi, di medaglie, di applausi o altro perché anche in questo momento noi tutti stiamo solo continuando a fare ciò che abbiamo sempre fatto e cioè "il nostro lavoro".
Cordialmente,
un nisseno servitore dello Stato in camice bianco.
Un medico nisseno: “Siamo sempre stati eroi ma non abbiamo bisogno di medaglie ed encomi. Continuate a battervi per noi anche dopo”

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