
Esperti da tutta Italia e circa 100 specialisti provenienti da tutta la Sicilia si sono confrontati ieri mattina a Villa Barile, a Caltanissetta, per il convegno della Asoto (Associazione siciliana ortopedici traumatologici ospedalieri) organizzato dal direttore dell’Unità Operativa Complessa di Ortopedia dell’ospedale Sant’Elia, Massimo Siracusa, sul tema della gestione ospedaliera delle lesioni pelviche. “Lo scopo dell’evento – ha spiegato il presidente regionale di Asoto, nonché primario del reparto di Ortopedia dell’Arnas Garibaldi di Catania, Egidio Avarotti – è quello di continuare un percorso, che appartiene alla storia dell’Asoto, che è quello di determinare la ricerca di un linguaggio comune e condiviso, per far sì che tutte le Ortopedie siciliane si sentano appartenenti a una rete di collaborazione e coordinazione, e parlino la stessa lingua, con la stessa maestrìa quando è necessario per la salute dei nostri pazienti. La maggior parte delle 22 Ortopedie pubbliche ospedaliere siciliane sono tutte oggi nella condizione di garantire la risposta ad una problematica complessa come quella delle fratture di bacino che il dottore Massimo Siracusa ha voluto come argomento della giornata. Un elemento importante venuto fuori oggi è che questa, essendo una problematica complessa, non appartiene più a pochi, ma sempre più spesso gli ortopedici siciliani, nelle varie località in cui operano, sono in grado di affrontare”. L’ospedale Sant’Elia, centro hub per il trauma, è considerato un’eccellenza per quanto riguarda l’Ortopedia grazie alla professionalità e umanità del primario Massimo Siracusa e della sua equipe. “All’ospedale Sant’Elia – spiega il dottore Siracusa – le problematiche riguardanti le fratture di bacino vengono affrontate rispettando quelli che sono gli orientamenti della società e i protocolli. Si tratta di un percorso complesso ma che noi riusciamo ad affrontare grazie alla multidisciplinarità che il nostro ospedale ci consente di avere, e che è indispensabile nella gestione di questa patologia. Dalla chirurgia vascolare alla radiologia interventistica, la neurochirurgia, la chirurgia generale e l’urologia sono tutte specialità che fanno parte di un approccio multidisciplinare che è indispensabile per gestire le fratture del bacino. Ed è stato il motivo per il quale io ho scelto di affrontare questo argomento. Si tratta di un patologia che rappresenta il 3% della traumatologia in generale. Però un politrauma su quattro è affetto da frattura di bacino e il 42% degli incidenti stradali presentano pazienti con fratture di questo tipo. Per cui è chiaro che nel nostro ospedale, avendo un elisoccorso e facendo da hub per tutta la parte centrale della Sicilia, afferiscono pazienti non solo dal territorio nisseno ma da tutti i territori limitrofi e quindi diventa una patologia con un’incidenza importante”. Ad organizzare il convegno la Biba Group.








