(Adnkronos) – Un viaggio nella storia dell'ospedale di Santa Maria Nuova (e di Firenze) attraverso i medici e chirurghi che vi hanno lavorato nei secoli passati e i Granduchi che lo hanno reso il punto di riferimento per la medicina nello Stato Toscano. Lo si può fare percorrendo la nuova Galleria dei busti del percorso museale dell'ospedale fiorentino di Santa Maria Nuova, realizzata su iniziativa della Azienda Usl Toscana CenÂtro e della Fondazione Santa Maria Nuova Ets in collaborazione con il Museo Galileo: nel cortile, detto della Samaritana da oggi sono esposti 12 busti in gesso e marmo di medici e dei Granduchi di ToscaÂna, di proprietĂ della Azienda sanitaria, provenienti dai depositi del museo fiorentino. La collezione di busti (8 medici, 4 Granduchi) è composta da modelli e/o copie per opere scultoree originali in marmo, realizzati in gesso in varie epoche, si ipotizza la derivaÂzione o l’utilizzo di questi busti come modelli per sculture in marmo.  La galleria copre un arco temporale che va dagli inizi del 1600 fino alla fine del 1800, contemplando persoÂnaggi che hanno dato tanto a Firenze e alla sanitĂ fiorentina: Maurizio Bufalini, che fondò la moderna metoÂdologia clinica, Ferdinando Zannetti, che curò Garibaldi per la celebre ferita riportata in Aspromonte, Angelo Nespoli, che fu fra i primi in Italia ad usare lo stetoscopio per la auscultazione del cuore, Pietro Cipriani che ebbe tra i suoi pazienti anche re Vittorio Emanuele II, quando risiedeva a Palazzo Pitti. E ancora Angelo Nannoni, esperto nella cura delle tumefazioni mammarie, Giorgio Regnoli uno dei primi a capire le opportunitĂ dell'anestesia, Pietro Burresi, che si distinse per competenza e per l'umanitĂ nel curare in maniera gratuita gli indigenti. Anche fra i Granduchi vi sono personalitĂ di spicco, alcune delle quali raramente ritratte a Firenze come Cosimo II, a cui si deve la costruzione della prima parte del loggiato sulla facciata dell’ospedale (su disegno di Buontalenti e realizzazione di Giulio PariÂgi). Ecco poi Ferdinando II che affrontò con estrema decisione la terribile pestiÂlenza che, fra il 1630 e il 1633, si diffuse in Toscana, Cosimo III che superò gli ottanta anni grazie alle cure del medico di corte Francesco Redi, che suggerì una dieta vegetariana per combattere l’obesitĂ , e Ferdinando III di Asburgo Lorena, che ha svolto un ruolo importante durante il periodo napoleonico. Tra i busti c'è anche quello di Federigo Ermanno Filippi, personaggio poco conosciuto, che affrontò con successo le epidemie di colera a Livorno e Firenze e incarna la figura tipica di medico della Firenze dell’Ottocento: il busto fu realizzato grazie a un paziente riconoscente che ne pagò le spese.  L'inaugurazione è avvenuta oggi alla presenza di Giancarlo Landini presidente della Fondazione Santa Maria Nuova Ets, Valerio Mari, direttore generale Azienda Usl Toscana Centro, Eugenio Giani, presidente Regione Toscana, e Roberto Ferrari, direttore del Museo Galileo. "La Galleria, che farĂ parte permanente del percorso museale, offre uno spaccato della storia di Firenze e della medicina attraverso i ritratti scolpiti dei medici e chirurghi piĂą importanti della nostra cittĂ che hanno lavorato nel corso dei secoli all'Ospedale di Santa Maria Nuova. Sono presenti anche i ritratti di quattro Granduchi, patroni dell'ospedale, che ne hanno guidato il prodigioso sviluppo. La Fondazione Santa Maria Nuova sarĂ sempre piĂą impegnata nel futuro a far conoscere ai fiorentini la storia del loro ospedale", ha commentato Giancarlo Landini presidente della Fondazione Santa Maria Nuova Ets. La mostra è accompagnata da un volume "Medici e Granduchi a Santa Maria Nuova – Biografie dei personaggi della galleria dei busti nel cortile della Samaritana" (Angelo Pontecorboli Editore) cura di Giancarlo Landini, con presentazioni di Valerio Mari e Roberto Ferrari e i contributi di Giovanni Cipriani, Giancarlo Landini, Donatella Lippi, Francesco Tonelli e dei restauratori che hanno riportato al primitivo splendore le opere. "Siamo sempre orgogliosi di far conoscere e apprezzare ai cittadini la storia del patrimonio artistico di Santa Maria Nuova – ha dichiarato il direttore generale, Valerio Mari – Questa galleria di busti vuole ricordare i medici ed i granduchi che hanno legato il loro vissuto a quello dell’ospedale e della cittĂ , una nuova finestra sulla nostra storia sanitaria passata, all’interno della quale l’ospedale ha rappresentato per secoli un elemento centrale. Colgo l'occasione per ringraziare la Fondazione Santa Maria Nuova per il grande lavoro di valorizzazione che sta portando avanti in sinergia con la Direzione Sanitaria dell'Ospedale, la Soprintendenza e le istituzioni cittadine". "I nostri ospedali – ha detto il presidente della Toscana, Eugenio Giani – sono scrigni di eccellenze sanitarie e professionalitĂ , ma sono anche musei a volte a cielo aperto, densi di tesori, che si disvelano nella architetture oppure che riemergono da laboratori ed archivi: oggetti e documenti capaci di raccontare ora i progressi della tecnica, ora l’attivitĂ degli ospedali, chi vi ha lavorato e le comunitĂ che ne hanno tratto cura e giovamento, autentici musei diffusi della nostra sanità ”. "Plaudo alla meritoria iniziativa della Azienda Usl Toscana Centro e della Fondazione Santa Maria Nuova di esporre presso il cortile della Samaritana i busti in gesso di medici e dei granduchi di Toscana provenienti dai nostri depositi. Con piacere il Museo Galileo – Istituto e Museo di Storia della Scienza aderisce a questo progetto di conoscenza, che costituisce una fortunata occasione per dare risalto a un capitolo di storia della medicina, che è anche storia culturale e sociale, significativo per la cittĂ e per il Paese", ha concluso Roberto Ferrari, direttore del Museo Galileo. Ospedale Santa Maria Nuova Fondato nel 1288 da Folco Portinari, l’ospedale è oggi considerato il piĂą antico ancora in attivitĂ ed è stato tra i primi, a livello nazionale, ad intraprendere un percorso di vaÂlorizzazione e fruizione al pubblico del proprio patrimonio storico artistico. Numerose sono state le figure di medici e chirurghi che hanno dato vita ad una vera e propria scuola medica di Santa Maria Nuova, istituto che rilasciava, dopo un esame del Collegio Medico Fiorentino, la “matricola” per esercitare la professione medica nello Stato Fiorentino e nel Granducato. Attestata fin dal Medioevo, nel XVI secolo Cosimo I de’ Medici ne valorizÂza il ruolo come Scuola di Medicina Pratica, con obbligo di frequenza da parte di tutti i medici, dopo una parte teorica svolta presso l’UniversitĂ di Pisa, la Scuola ebbe un grande sviluppo nel XVII e XVIII secolo acquisendo rinomanÂza europea. Medici italiani e stranieri vennero a Santa Maria Nuova ad imÂparare la medicina pratica e la chirurgia. I medici dell’Ospedale erano anche insegnanti presso la Scuola. Con la riforma di Pietro Leopoldo (1789), da cui scaturirĂ il celebre RegolaÂmento dei Regi Spedali di Santa Maria Nuova e Bonifazio, la Scuola di Medicina di Santa Maria Nuova venne riorganizzata in maniera organica. Dalla Scuola Medica nascerĂ a metĂ del XIX secolo il Regio Istituto di studi supeÂriori, pratici e di perfezionamento, primo nucleo della futura UniversitĂ degli studi di Firenze. Nel 1617 il patronato su Santa Maria Nuova passò dalla famiglia Portinari diÂrettamente ai Granduchi medicei, i quali ne promossero una ristrutturazioÂne completa in modo che potesse volgere la sua funzione di ospedale principale della Toscana. Ogni Granduca ha lasciato la sua impronta a Santa Maria Nuova sia dal punto di vista strutturale che organizzativo. Dal 2016 nell'ospedale è stato istituito un percorso museale, interno alla struttura, aperto alle visite: un itinerario guidato che si snoda attraverso ambienti diversi dell’edificio e che negli anni ha progresÂsivamente moltiplicato i luoghi di visita e i beni esposti. Dal 2019 l’ospedale è inoltre inserito all’interno di Acosi (Associazione CulÂturale Ospedali Storici Italiani), organizzazione che raccoglie e proÂmuove le strutture ospedaliere storiche ancora in funzione a livello nazionale. —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)








