Undici condanne in appello per un grosso giro di cocaina. Che sarebbe stato gestito da una rete di trafficanti che, nel marzo dello scorso anno, è stata coinvolta in un blitz antidroga della polizia ribattezzato «Tritone».
Nove di loro, passando l'assenso del sostituto pg Lucia Brescia, hanno chiesto e ottenuto di concordare la pena. Questa la scelta processuale adottata dal trentenne Alessio Maickol Abbate con 6 anni, 20 giorni e 4 mila euro di multa – 11 in primo grado – il cinquantaseienne Vincenzo Ferrara 5 anni, 4 mesi e 6 mila euro, il fratello, Ivan Ferrara 4 anni, 3 mesi 10 giorni, per entrambi come aumento per continuazione con altre sentenze – dal gup, in abbreviato, erano stati rispettivamente condannati a 18 anni e 4 mesi e 17 anni sempre in prosecuzione – e, ancora, il cinquantacinquenne Giuseppe Fiume con 4 anni, 6 mesi e 2 mila euro, il sessantenne Salvatore Mastrosimone con 4 anni e mezzo e mille euro di multa – tutti e due nel primo passaggio in aula hanno rimediato 7 anni e 4 mesi a testa – il trentatreenne Angelo Sferrazza con 3 anni e 8 mesi di reclusione a fronte dei precedenti 7 anni, il trentacinquenne Eros Toni Castello con 3 anni, 6 mesi e 20 giorni – 6 anni e 10 mesi in precedenza – il ventiduenne Alex Lauria che ha chiuso per 2 anni, 5 mesi e 10 giorni – 6 anni la prima pena – e, infine, il quarantacinquenne Gianluca Giuseppe Raniolo con un anno, undici mesi e 4 mila euro di multa contro i 2 anni e 10 mesi che nel novembre dello scorso anno sono stati sentenziati dal gup.
Confermato, invece, il primo pronunciamento emesso un anno fa nei confronti del trentenne Andrea Ambra con un anno e 10 mesi e per la trentunenne Rosa Puzzanghera con un anno e 8 mesi.
Agli undici – assistiti dagli avvocati Davide Anzalone, Ernesto Brivido, Dino Milazzo, Davide Schillaci, Boris Pastorello, Giuseppe Iacuzzo, Giuseppe Piazza e Davide Limoncello – sono state contestate le ipotesi, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, spaccio, tentata estorsione ed estorsione. Alcuni di loro avrebbero anche estorto soldi ai clienti che non avevano pagato le dosi. Pestaggi compresi per convincerli a saldare i debiti.








