Il direttore dell’Unità Operativa Complessa di Ortopedia dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, Massimo Siracusa, ha moderato la terza sessione del Congresso Nazionale di Traumatologa – che in questi giorni si sta svolgendo a Riccione – sulle fratture complesse del gomito. Un nuovo riconoscimento per il primario nisseno e la sua equipe, poiché il trattamento di questo tipo di trauma richiede altissime competenze e qualità professionali non indifferenti. Nel corso della sessione sono intervenuti relatori da tutta Italia che hanno sviscerato l’argomento sul piano delle cause, della classificazione delle diverse forme di frattura ed, infine, del loro trattamento: dalla sintesi all’utilizzo delle protesi. “La patologia del gomito sul piano del trauma ha un'incidenza del 2% – spiega il primario Massimo Siracusa – è una patologia, dunque, non molto frequente la cui gestione e il cui trattamento sono piuttosto complessi e necessitano di un approccio altamente competente. Quella del gomito è un'articolazione la cui lesione determina un'insufficienza funzionale che l'ortopedico deve cercare di risolvere o, come si è discusso nel congresso, cercando di ricostruire la lesione stessa, oppure sostituendo il danno osseo con l'impianto protesico. Sul piano chirurgico tale gestione rappresenta una sfida importante sia sul piano della bravura del chirurgo sia sul piano dei materiali che si utilizzano”. Il congresso prevede delle sessioni su tutte le fratture articolari. Nella scelta dei relatori, per ciascuna sessione, si tiene conto della competenza sul campo del relatore e della struttura ospedaliera alla quale si appartiene, quindi della percentuale di fratture che vengono trattate. Essendo quelle del gomito fratture rare, afferiscono a strutture ospedaliere riconosciute come trauma center, come avviene nel caso dell’ospedale Sant’Elia ormai specializzato nel trattamento di queste patologie. Presenti al congresso anche due medici dell’equipe del dottore Siracusa: gli ortopedici Giovanni Alongi e Mauro Giammusso.








