Il concerto del primo maggio è stato un grande successo per la nostra città. Per una volta è stata valorizzata adeguatamente la nostra centralità e in una giornata in cui di solito le strade si svuotano perchè i nostri giovani vanno ad arricchire i lidi di province vicine abbiamo assistito al percorso inverso fatto da tante persone del circondario. Una brillante iniziativa che ha riempito una serata tradizionalmente vuota, che ha regalato svago e che può segnare l'inizio di un percorso virtuoso. Di grande rilievo il fatto che il riuscito evento non abbia pesato in alcun modo sul bilancio del Comune. Ciò che lascia una profonda amarezza invece è il tono denigratorio e polemico di alcuni articoli apparsi sui social. Prima qualcuno ha incredibilmente sostenuto che il concerto avrebbe dovuto essere annullato a causa di una tragedia avvenuta in città in mattinata. Di fronte alle energiche obiezioni dei (pochissimi) lettori capaci di esercitarsi nel masochismo di sorbirsi letture davvero deprimenti abbiamo assistito alla parziale marcia indietro: non doveva essere annullato ma lo si doveva svolgere con “sobrietà”, quella stessa sobrietà che in bocca al ministro Musumeci, che la consigliava nei giorni del lutto nazionale per la morte del Papa, ha fatto gridare al pericolo fascista le anime belle. Poi è apparsa la lettera di una (presunta) cittadina che ha dichiarato di non essersi recata al concerto perchè “non aveva nulla da festeggiare”. Scelta legittima ma talmente privata e priva di rilievo pubblico da non meritare la ribalta. Sorge il legittimo sospetto che la cittadina in realtà non esista. E se esiste ha perso una buona occasione per essere credibile trincerandosi dietro l'anonimato. Infine abbiamo assistito alla dura reperimenda dei presunti abusi di potere avvenuti dietro le quinte del concerto. Peccato che dallo stesso pulpito indignato non siano provenute analoghe osservazioni in occasioni recentemente organizzate da altre amministrazioni. Inevitabilmente ci si chiede: perchè questa città non è capace di trovare un momento di orgoglio e unità neanche di fronte ad un evidente successo? Cosa produce questa critica ingiustificata e fine a sé stessa? Quali prospettive può aprire un disfattismo eunuco e becero? La cittadina che non vuole festeggiare ha fatto benissimo a restare a casa, ne avrà tratto giovamento chi c'è andato e si è risparmiato una compagnia probabilmente poco divertente. Più difficile liberarsi dei disfattisti incattiviti e autoreferenziali. Ogni volta che si leggono le esternazioni della loro faziosità, peraltro priva di reale spessore e profondità, si ripensa alle parole di Umberto Eco sui social e sul fatto che essi hanno dato voce a chiunque. La speranza è che i nisseni sereni e obiettivi, innamorati della propria città, riscoprano la loro identità e il loro senso di appartenenza e che trovino le motivazioni per lottare. Caltanissetta ha tanti gravi problemi ma ha anche tante risorse nascoste e molteplici potenzialità che con un approccio ottimista e costruttivo possono essere valorizzate. Con buona pace degli eunuchi disfattisti e faziosi.
Sergio Iacona
Concertone del 1° maggio a Caltanissetta, Sergio Iacona: “Critiche deprimenti e dure reprimende su un evento ben riuscito, un disfattismo becero che fa male alla città”

5 commenti
5 commenti








Leggendo la recente apologia trionfalistica sul concerto del Primo Maggio, si resta colpiti non tanto dall’entusiasmo per l’evento, quanto dal livore indirizzato a chi ha osato esprimere un’opinione diversa. Una pagina di retorica autocompiaciuta che, più che celebrare un successo cittadino, tenta di silenziare ogni voce dissonante con toni aggressivi, paternalistici e, a tratti, francamente grotteschi.
L’autore si è autoproclamato interprete della volontà collettiva della città, come se il suo sguardo fosse investito di un mandato popolare mai ricevuto, mentre in realtà, rappresenta soltanto sé stesso. Dai passaggi disinvolti attraverso lo spettro politico, ai tentativi di riciclarsi sotto varie insegne, il risultato è sempre lo stesso: un’eco autoreferenziale che pretende di assurgere a voce del popolo.
Il tono sprezzante con cui si liquida la sofferenza di chi, in una giornata segnata da una tragedia, ha scelto il silenzio invece della festa, è indegno di una città matura. Definire “masochisti” o “eunuchi disfattisti” coloro che esprimono dolore o dissenso non è solo un insulto gratuito: è un atto di bullismo intellettuale, goffamente mascherato da spirito civico.
E che dire dell’incredibile insinuazione secondo cui una cittadina, autrice di una lettera di dissenso, “forse non esiste”? Forse, invece, esiste eccome — solo che non si riconosce nel teatrino narcisistico allestito da chi confonde il consenso virtuale con quello reale, e un palco con una poltrona che non ha mai ottenuto.
Evocare Umberto Eco per giustificare questa farsa verbale è l’ennesimo cortocircuito di un discorso che si nutre di un moralismo stanco e velenoso. Se i social hanno davvero dato voce a chiunque, allora questo articolo ne è una testimonianza lampante: un monologo travestito da editoriale, che sembra scritto per dare sfogo a una frustrazione personale più che per costruire qualcosa di utile per la città.
Caltanissetta merita molto di più di un sermone isterico lanciato dall’alto di una cattedra invisibile.
Evento bellissimo. Peccato che alcuni Maonzesi munnizzara non si siano divertiti ma avranno avuto l’alternativa di andarsene in un altro posto e fare divertire gli altri a meno che non siano stati trattenuti con la forza e contro la loro volontà ( e questo cambia scenario). Ben vengano queste iniziative.
Evento ben organizzato e sicuramente piacevole per la nostra città!Ben vengano tutte le iniziative e le manifestazioni!Basta lamentele!!
C’e’ da rabbrividire nel leggere i commenti disfattisti dei leoni da tastiera.Mi chiedo? Ma questi sono veramente nisseni?
Sappiamo tutti che a scrivere sono sempre i seguaci della cara e “cociosa” Petitto ahhahahahah Oppure chissà,potrebbe essere lei a fare la leonessa da tastiera 🙂
Gna bunu cchiu’!!!!!!!!!