È per truffa, con sospetto assenteismo, che è finito sotto indagine. Perché lui, funzionario dell'Asp di Caltanissetta, ha frequentato un corso di aggiornamento online durante le ore di servizio, ma senza timbrare il badge in uscita. Sol perché in servizio lo era realmente. Però, a suo carico, su indagine della guardia di finanza, era stato ipotizzato il reato di truffa, con relativo illegale guadagno perché avrebbe intascato soldi per presunte ore di servizio “fantasma”.
Contestazione, quella scattata a carico di un professionista trentanovenne, M.L. (assistito dall'avvocato Manuela Micale) che, però, alla fine s'è sciolta come neve al sole. E l'indagine a suo carico, passando peraltro per l'interrogatorio dello stesso funzionario, è stata adesso archiviata dal gip Emanuela Carrabotta.
Già, perché in realtà il professionista, che si occupa di progettazione e ristrutturazione ospedaliera, in quelle ore avrebbe sì seguito un corso su prevenzione e incendi, ma lavorando al contempo in ufficio. Operando per importanti gare d'appalto dell'ente, con tanto di documentazione, proposte di delibere che si potevano svolgere solo in ufficio, email e pec di servizio. Tutti atti ufficiali.
E, in quei frangenti – otto i giorni incriminati per un totale di 24 ore di frequenza del corso in orario di servizio tra settembre e novembre dello scorso anno – il funzionario ha seguito quell'aggiornamento in modalità “fad” sincrona, a distanza, collegandosi con il proprio cellulare in maniera da poter avere libertà di movimento in ufficio per continuare a svolgere il suo lavoro.
Nel gran calderone dello scenario generale – prospettato dalla difesa – anche qualcosa come poco meno di 140 ore di lavoro straordinario da lui effettuato ma non pagato e neppure compensato. Ma v'è pure dell'altro. Perché il corso lo ha pagato di tasca propria, ma ne ha beneficiato la stessa Asp. Perché con l'aggiornamento, il funzionario ha “mantenuto” la qualifica d'iscrizione ai relativi elenchi ministeriali e, così, la stessa azienda sanitaria gli ha conferito l'incarico, non retribuito, di responsabile tecnico della sicurezza antincendio.








Sempre la solita storia, si indaga chi ha fatto anche più del proprio dovere e non i veri assenteisti. La solita vergogna italiana, indaghiamo il maresciallo che ha sparato all’accoltellatore che minacciava i passanti o il professionista che ascoltava gli aggiornamenti mentre svolgeva il il proprio incarico, però nessuno si rende conto che si hanno davanti solamente lavoratori che si sono spesi per la collettività.
Che vergogna!
Al posto del dipendente mi rivarrei nei confronti dell’azienda sia per le accuse del processo e sia per le 140 ore di lavoro straordinario fatte e mai pagate
Come mai si è arrivati all’indagine? Chi ha segnalato è giusto che risarcisca tutte le spese legali, il danno d’immagine all’azienda e quello al dipendente!
C’è qualcosa che non quadra, come si fa ad accusare di assenteismo chi in realtà è presente sul posto di lavoro? Tutto questo puzza di dispetto!
Ormai non c’ è più cosa sentire. È una vergogna. Ci si dovrebbe chiedere cone mai è partita questa indagine. Inoltre il funzionario si dovrebbe rivealere sull ‘azienda e farsi pagare le ore di straordinario oltre il resto