Ha abbandonato tutto, alla ricerca di opportunità migliori. E l'azzardo è stato ripagato. In Italia, Francesco, 50 anni, lavorava da anni come infermiere, ma, come racconta a Fanpage.it, «ero sottopagato, trattato come un numero» e «non c'era meritocrazia»..
«Pensavo: “Questo Paese non mi merita”». Nel 2010, quindi, prende la decisione che gli cambia la vita: è emigrato in Cile e lì, grazie agli aiuti a fondo perduto dal governo locale, è diventato un imprenditore agricolo. «Adesso guadagno 20 volte più di quello che prendevo da infermiere».
Francesco ha lavorato per dieci anni come infermiere. Una laurea magistrale da 110 e lode, anni di studi, che non venivano valorizzati da uno stipendio basso. Un mestiere intrapreso dopo aver lavorato nella ristorazione, settore che he abbandonato per la troppa burocrazia.
Decide quindi di emigrare. Inizialmente, racconta il 50enne, pensa di continuare come infermiere anche in Cile: il lavoro gli piaceva, gli stipendi erano buoni rispetto al costo della vita.
Ma sceglie di lavorare come imprenditore agricolo: oggi produce nocciole per un'azienda italiana leader nel settore dolciario e ha un'azienda con circa 10 dipendenti.
La procedura che gli ha permesso di ricevere i fondi, racconta, è stata molto semplice: «È bastato presentare un foglio con il progetto e dopo tre mesi sono arrivati i contributi». Quei soldi sono serviti a costruire, impiantare e comprare i macchinari. Adesso, spiega, possiede 130 ettari, in continua crescita.
La passione per l'agricoltura e la voglia di fare imprenditoria, racconta, non gli è mai mancata. E in Cile, spiega, il terreno è fertile per chi vuole aprire la propria azienda: come esempio racconta la storia di una ragazza toscana arrivata nel Paese sudamericano insieme al marito e ai figli. Dopo 6 anni, ha aperto 7 ristoranti: un'attività partita quasi per gioco, ma che adesso è «molto importante».
Francesco non sente la mancanza dell'Italia. Ci torna per 3-4 mesi l'anno, evitando di trascorrere l'inverno in Cile, e si sposta tra Roma e Fuerteventura. Nel Belpaese torna perché ha dei legami, ma, spiega: «L'Italia è un Paese bello da turista, quando si vive e si fa attività all'estero».






