Sequestri e indagini urgenti, che però in più di un caso dovranno passare attraverso il complesso meccanismo della rogatoria internazionale, sono stati chiesti dal legale che assiste i familiari di Aurora Maniscalco, la giovane hostess palermitana morta a Vienna, precipitando dal suo appartamento, al terzo piano di Universumstrasse. A promuovere le iniziative, se lo riterrà, dovrebbe essere il pm di Palermo Ludovica D’Alessio, che ha ricevuto un’istanza dell’avvocato Alberto Raffadale.
Secondo quanto scrive Il Giornale di Sicilia, il professionista ha rappresentato le richieste dei familiari, i genitori Francesco Paolo Maniscalco e Giada Cucina e la zia Ninfa Maniscalco: vorrebbero acquisire la cartella clinica, su cui i medici austriaci avevano chiesto di eseguire l’autopsia, poi non disposta dalla magistratura; intendono anche far sequestrare, sempre all’ospedale generale di Vienna, gli indumenti e gli effetti personali che Aurora indossava al momento del ricovero.
Lo scopo è capire se la ragazza avesse addosso segni di violenza e tracce biologiche di terze persone, indicative di un’eventuale colluttazione: cosa che però finora non è emersa dall’autopsia, eseguita nel capoluogo siciliano dopo il no austriaco. Pure la richiesta di ottenere le registrazioni video dai sistemi di sorveglianza della zona di Universumstrasse 23-29, oltre all’esame dattiloscopico della balaustra del balcone dovrebbero passare dalla rogatoria, assieme alla richiesta di ascoltare alcuni testimoni; mentre l’esame del cellullare di Aurora potrebbe essere disposto direttamente dal pm palermitano. I familiari chiedono di acquisire anche quello del fidanzato della giovane, Elio Bargione, indagato per istigazione al suicidio e anche lui palermitano, tornato nella sua città e dunque teoricamente a disposizione degli inquirenti.








