Il giornalista Attilio Bolzoni è stato tra i premiati, questa mattina, alla XXXIII edizione del Premio Nazionale Paolo Borsellino per il suo impegno decennale nel raccontare la mafia e nel contrastare le organizzazioni criminali. A ritirare il premio insieme a lui, durante la cerimonia che si è svolta a L'Aquila, tra gli altri anche il comandante generale della Guardia di Finanza, Andrea De Gennaro; Roberto Massucci, questore di Roma e dirigente generale della Pubblica sicurezza; Paolo Guido, procuratore capo della Repubblica di Bologna; Ilaria Calò, procuratore aggiunto a Roma. Ospite d’onore della cerimonia Manfredi Borsellino, figlio del giudice Paolo. Bolzoni, giornalista e scrittore, ha dedicato oltre quaranta anni all’inchiesta sul fenomeno mafioso in Sicilia, intrecciando cronaca, riflessione e impegno civile. Il premio a lui assegnato per la sezione giornalismo celebra una carriera che ha saputo raccontare “la mafia siciliana e la lotta dello Stato” in modo puntuale e incisivo. Nel corso della cerimonia, tenutasi all’Aquila, è stato sottolineato come il riconoscimento rappresenti non solo un tributo personale, ma anche un richiamo alla responsabilità della professione giornalistica: denunciare, documentare e non arretrare di fronte alle mafie. Bolzoni ha firmato inchieste e libri che sono diventati punti di riferimento: tra questi, con Giuseppe D’Avanzo, “Il Capo dei Capi” e “La giustizia è Cosa Nostra”. La sua penna ha contribuito a svelare meccanismi nascosti, collegamenti tra potere politico, economia e criminalità organizzata, mantenendo sempre un senso di etica professionale e rigore morale. “Il giornalismo di inchiesta non è un optional: è un dovere”, ha affermato Bolzoni nel suo intervento, ricordando il sacrificio di tanti magistrati e poliziotti che hanno davvero pagato con la vita il prezzo della legalità. Il Premio Nazionale Paolo Borsellino nasce nel 1992, a pochi mesi dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, per onorare la memoria del magistrato ucciso dalla mafia e promuovere i valori della legalità, della giustizia e dell’impegno civile. Ogni anno riconosce personalità del giornalismo, della magistratura, della scuola e dell’associazionismo che, con il loro lavoro, tengono viva la cultura della legalità in Italia.







