Padula, nel Vallo di Diano, diventa un laboratorio di innovazione grazie a un giovane che ha scelto di restare e costruire. In un Paese che spesso racconta l’esodo dal Sud verso il Nord o l’estero come un destino inevitabile, c’è chi ribalta il copione puntando sul proprio territorio e sulla tecnologia. È il caso di Giuseppe Damiani, classe 1997, fondatore di Damiani Global Commerce: il primo marketplace nato a Padula con l’obiettivo di valorizzare le imprese locali e portarle sui mercati nazionale ed europeo. Un progetto ambizioso che, in appena due mesi, ha superato la soglia dei 100 mila prodotti pubblicati, vetrina di un tessuto produttivo che raramente trova spazio sui grandi player digitali. “L’idea parte da lontano”, racconta Damiani a Leggo.
“Sono cresciuto nelle attività di famiglia, abituato al lavoro fin da bambino. Ho sempre immaginato la mia azienda qui, a Padula. Volevo creare una realtà capace di dialogare con il mondo”. I nonni gestivano una pasticceria, il padre ha un’azienda di lavorazione delle materie plastiche. Dopo il liceo scientifico e gli studi in Economia all’Università di Salerno, Damiani entra stabilmente nell’impresa di famiglia e comincia a osservare il mercato che cambia: meno quantità, più servizio, rapidità, digitalizzazione. La spinta decisiva arriva con la pandemia, che accelera trasformazioni già in corso. “Ho capito che il futuro passava dai marketplace”, spiega. Prima testa la vendita su eBay, poi decide di costruire una piattaforma propria, ispirata al modello di Amazon, coniugando tecnologia e un principio per lui irrinunciabile: la centralità delle persone. “Noi siamo prima di tutto un business fatto di persone. Il digitale è uno strumento, non un fine”. Quella che nasce come una piccola vetrina diventa un catalogo oltre quota centomila articoli, capace di raggiungere clienti su tutto il territorio. L’obiettivo non è soltanto vendere, ma tessere relazioni: coinvolgere microimprese, produttori del posto, artigiani e attività che, da sole, faticherebbero a entrare nei grandi circuiti online. Per sostenere un’offerta così ampia, la componente tecnologica è decisiva. L’intelligenza artificiale viene impiegata per automatizzare snodi cruciali: sincronizzazione dei listini, gestione delle disponibilità, ricerca dei prodotti e suggerimento di alternative. Non rimpiazza il lavoro umano, ma lo potenzia, operando in stretta sinergia con il team. A chi sostiene che “al Sud non c’è futuro”, Damiani risponde con i fatti. Il digitale ha abbattuto le distanze: oggi si può essere visibili ovunque anche partendo da un piccolo centro. “Restare qui significa non essere uno fra tanti, ma poter davvero fare la differenza”. Il progetto vuole anche offrire una prospettiva ai ragazzi del territorio: “Ho tutti dipendenti tra i 18 e 25 anni”. E il messaggio che Damiani vuole lanciare è netto: “Non sottovalutiamo il nostro territorio, non serve andare lontano. Serve guardare meglio dove si è”.








