Presentato dal giornalista Attilio Bolzoni un esposto al Consiglio Superiore della Magistratura, e ad altre autorità competenti, in merito a un procedimento penale conclusosi presso la Corte d’Appello di Caltanissetta. Il caso riguarda un processo per diffamazione a carico dell'editore de “Il Fatto Nisseno” Michele Spena che aveva visto Bolzoni come parte civile e, in primo grado, l’imputato condannato ad una multa di 900 euro oltre che un risarcimento di 3.000 euro. Al centro del processo alcune frasi proferite durante la trasmissione radiofonica “Tony Accesi” da Michele Spena che Bolzoni aveva ritenuto lesive della propria dignità e professionalità. In appello, tuttavia, la sentenza era stata ribaltata: il collegio giudicante aveva assolto l’imputato “perché il fatto non sussiste”, revocando le statuizioni civili. Soltanto in seguito alla pubblicazione delle motivazioni, però, Bolzoni ha appreso che il procedimento era stato presieduto dalla dottoressa Roberta Serio, magistrato figlia del dottore Guglielmo Serio. Quest’ultimo, in passato, aveva avviato un’azione civile contro Bolzoni e il gruppo editoriale L’Espresso per un articolo pubblicato nel 2012, chiedendo un risarcimento danni di 200.000 euro. Fu instaurato un giudizio civile si era concluso nel 2016 con il rigetto della domanda e la condanna di Serio al pagamento delle spese legali. Nel documento, Bolzoni evidenzia come nel 2020 gli eredi del dottor Serio abbiano effettuato un versamento di 13.000 euro al gruppo editoriale, “a saldo compensi e spese di giudizio”. Pur dichiarando di non mettere in dubbio l’imparzialità della magistrata, Bolzoni ha ritenuto opportuno segnalare la circostanza, ritenendo che la pregressa controversia potesse rappresentare una condizione potenzialmente idonea a suggerire l’astensione nel giudizio di appello. L’esposto, corredato da copie delle sentenze e della documentazione contabile, è stato inviato olre che al Csm anche al ministro della giustizia, al procuratore generale della Cassazione, alla presidente Corte d'appello di caltanissetta e al procuratore generale di Caltanissetta “per ogni valutazione e provvedimento ritenuto opportuno”.








