Le attività commerciali cittadine non sono soltanto una fonte di reddito, ma un presidio di comunità, socialità e vivibilità urbana. In particolare nel Centro storico di Caltanissetta, ogni negozio, ogni bottega, ogni ristorante con la saracinesca alzata rappresenta un’opportunità concreta per l’economia locale e un generatore di valore sociale.
Eppure, negli ultimi sette anni, oltre 250 attività hanno chiuso i battenti e già nel 2017 Caltanissetta risultava, secondo i dati di Confabitare, la città con il più alto numero di negozi sfitti in Italia: il 21,3%.
Nonostante le difficoltà strutturali che hanno penalizzato il commercio di prossimità – dalla crescita dell’e-commerce all’urbanizzazione diffusa – oggi si affacciano nuove opportunità: la ricerca di servizi personalizzati, la riscoperta della dimensione di comunità, una maggiore consapevolezza etica nelle scelte d’acquisto. Segnali che, in diverse città italiane, stanno già alimentando un rinnovato interesse per il commercio locale.
Per cogliere questa sfida, serve però un cambio di passo anche a livello amministrativo: occorre passare da una gestione burocratica a una visione di sviluppo, capace di favorire cooperazione tra attività, progettualità condivise, partecipazione ai bandi e rigenerazione urbana.
In quest’ottica, i Consiglieri comunali Carlo Vagginelli ed Armando Turturici (rispettivamente rappresentanti del PD e di Futura) hanno predisposto una Mozione che è stata sottoscritta da tutti i Consiglieri di opposizione e che impegna il Sindaco a convocare un Forum civico tematico sul Centro storico, coinvolgendo i comitati di quartiere, i titolari delle attività, le scuole che insistono sul centro storico, le chiese e tutti i cittadini interessati.
L'obiettivo è ambizioso: rilanciare la vocazione culturale, sociale, economica e commerciale del cuore della città, a partire dalla partecipazione dei suoi abitanti e dalla valorizzazione delle energie locali.
Il Forum civico, infatti, è uno strumento previsto dal Regolamento comunale sulla partecipazione civica (art. 17) ed è stato pensato per promuovere il confronto pubblico su temi ambientali, urbanistici, economici e sociali. Nonostante se ne sia più volte parlato in passato, tale strumento non è mai stato effettivamente attivato.
“Oggi – affermano Vagginelli e Turturici – è il momento di trasformare le buone intenzioni in fatti concreti. Il Centro storico ha bisogno di ascolto, confronto e visione. Un forum civico può essere il primo passo per costruire, insieme, un nuovo racconto di questa parte vitale della nostra città.”









Premesso che la crisi è a livello nazionale, tutte le iniziative per rivalutare il Centro Storico sono state chiaramente inutili. Il Centro Storico è troppo degradato e poco sicuro. Esistono 2 Caltanissetta. E’ normale che chi vuole fare commercio apre (o sposta) la propria attività nell’altra Caltanissetta
Concordo sul “degradato”, un po’ meno sul “poco sicuro”, che chiamerei poca familiarità con ciò che non si conosce e ci è estraneo.
Il degrado (e la percezione di mancanza di sicurezza) erano stati affrontati da una proposta innovativa ai tempi della giunta Messana, se ben ricordo.
Ma siccome prevedeva la demolizione di una gran parte delle abitazioni fatiscenti (pur proteggendo i palazzi storici), trovò un’immediata resistenza da parte di chi non riesce a distinguere il vecchio dall’antico.
Il risultato è davanti a noi. Quello che poteva essere un centro storico a misura d’uomo, magari come isola pedonale, essendo già abitato ed essendo anche una destinazione per “l’altra Caltanissetta”, è invece quello che vediamo.
Potrei portare il piccolo esempio dell’isola alle spalle di via Palermo, spazio residenziale tanto vivibile quanto gradevole.
La miopia non è solo dei politici. È anche di tanti paladini intransigenti e di proprietari di immobili che hanno aumentato affitti senza motivo (vedi Curtiglio).
Obiettivamente il punto di non-ritorno è stato passato. C’è chi resiste eroicamente, come Nicosia (avendo ridimensionato in maniera significativa e ineluttabile, ma anche intelligente, la sua attività), chi si è adattato con positività, come il Caffè Impero, e chi resiste ritagliandosi uno proprio spazio, come Michele Tornatore.
Noi, i cittadini dell’altra Caltanissetta, dovremmo tacere, ricordando la nostra principale responsabilità: non avere frequentato il centro storico – e la Stratafoglia con i suoi tanti locali – quando potevamo e dovevamo farlo. Invece eravamo lì a lamentarci perché parcheggiare a 200 metri di distanza era un sacrificio improponibile.
Adesso dovremmo cercare di non ripetere l’errore con la Grazia e via Kennedy, supportando invece i negozi di qualità (ricordiamoci che non esistono solo gli outlets…), le librerie e i tanti commercianti della zona.
Dovremmo cercare di non ripetere gli stessi errori.
tra poco chiuderanno tutti perché nn ce aiuto sia da parte del comune che dallo stato perché ci stanno portando allesasperazione