“La richiesta di una perizia psichiatrica è un sacrosanto diritto dell'indagato, non una routine giudiziaria”. Così l'avvocato Giuseppe Cultrera, legale di Stefano Argentino, il ragazzo reo confesso dell'omicidio di Sara Campanella, la studentessa universitaria 22enne uccisa a Messina, difende la scelta di chiedere la perizia psichiatrica per il suo assistito. “Spingersi a tanto, addirittura a un gesto ingiustificabile, non può non avere un motivo di disagio alle spalle – spiega all'Adnkronos – Nel caso di Stefano va fatta per avere contezza tecnica del suo status prima, durante e dopo il delitto. Questa difesa non ha alcuna presunzione di sostituirsi a un consulente del giudice, specialista, per affermare con certezza la lucidità o la non lucidità dell’indagato”. Per l'avvocato Concetta La Torre, legale della madre di Sara, si tratta di “una mossa che ci aspettavamo, una strategia difensiva tipica nei casi di femminicidio. Quello a cui ricorrono tutti gli assassini, soprattutto quando hanno confessato, nel tentativo di ottenere uno sconto di pena”.








