Le determinazioni dell'Osservatorio Nazionale per le Manifestazioni Sportive che sollecitano il Prefetto di Caltanissetta a vietare la trasferta nelle prossime due partite ai tifosi della Nissa lasciano l'amaro in bocca.
Reputo davvero straordinario lo sforzo compiuto dalle Forze dell'Ordine nei due incontri dello scorso campionato e in quello di Domenica scorsa. Eccellente la regia della Questura nissena che non solo ha impedito il contatto tra le due tifoserie ma anche adottato un criterio saggio e prudente anche in presenza di provocazioni e atti ostili impedendo ulteriori degenerazioni. Tuttavia ritengo che il drastico provvedimento adottato, che è un preludio a ulteriori limitazioni e divieti, non sia la strada migliore. Le limitazioni disposte infatti, pur essendo comprensibili, presentano diverse criticità per una serie di ragioni. In primo luogo esse finiscono con il penalizzare gravemente una stragrande maggioranza di persone civili e pacifiche. La maggior parte dei tifosi nisseni ha assistito alla partita manifestando con correttezza e civiltà il proprio entusiasmo. Un comportamento che ha accompagnato tutte le due stagioni precedenti. Gli ultimi incidenti in occasione di una partita si verificarono prima di un Nissa'Enna di tre anni fa, quando si giocava al Palmintelli, in uno stadio fatiscente in cui la logistica non consente l'adozione di adeguate misure di sicurezza. Nei due anni della trionfale gestione Giovannone il pubblico nisseno ha tenuto un atteggiamento decisamente corretto e sportivo non lesinando applausi agli avversari meritevoli. Anche Nissa-Favara, scontro diretto al vertice che vide presenti mille favaresi, si giocò in un contesto sostanzialmente tranquillo nonostante la vittoria degli ospiti. Orbene appare decisamente ingiusto far pagare a tutti le colpe di una minoranza di facinorosi. Mi chiedo se è legittimo penalizzare gravemente dei diritti individuali di fondamentale importanza, quali la libertà di movimento, per delle violazioni che hanno degli autori ben precisi. Oggi esistono tanti supporti tecnici in grado di individuare i responsabili delle intemperanze e vi sono gli strumenti per intervenire sul piano individuale. Sarebbe giusto sanzionare i pochi reali responsabili e non colpire indiscriminatamente una collettività. Mi auguro che la società provi a tutelare i suoi diritti e quelli dei propri tifosi proponendo le legittime impugnazioni. Oltretutto il provvedimento presenta altri profili quantomeno discutibili. L'anno scorso le due partite contro la Reggina si giocarono in un contesto di assoluta tranquillità. Cinquecento nisseni si recarono festosamente a Reggio Calabria senza alcun incidente neanche verbale. Da ciò si deduce la natura esclusivamente punitiva e non preventiva del divieto, ma si tratta di una punizione che colpisce degli innocenti, cioè tutti coloro che non hanno alcuna responsabilità negli incidenti di domenica scorsa. Anche sotto il profilo sportivo il provvedimento rischia di creare una grande iniquità. La Nissa si recherà a Reggio Calabria senza tifosi al seguito. Considerando che la Reggina potrebbe essere la principale rivale per la vittoria finale la partita di ritorno potrebbe vedere la presenza di migliaia di tifosi reggini al Tomaselli. Non sembra una premessa equa per una competizione ad armi pari. Infine qualora il provvedimento facesse da preludio ad ulteriori restrizioni si finirebbe con il creare un grave danno ad una delle poche realtà positive di questa nostra amata e disgraziata città. Ci attende un campionato entusiasmante pieno di appassionanti derby siciliani, non permettiamo a pochi violenti di rovinare e intristire tutto. In tal senso credo che sia opportuno realizzare delle iniziative che provino ad eliminare le tensioni e a far prevalere i diritti della maggioranza civile e corretta e le ragioni delle società calcistiche, Sancataldese compresa. Sono convinto che due comunità che sono ormai urbanisticamente unite e che interagiscono quotidianamente in tutti gli ambiti possano e debbano trovare delle forme di rispetto che lascino spazio alla sana e scherzosa rivalità senza trascendere nella violenza. Sono certo che è questa la volontà della assoluta maggioranza dei nisseni e dei sancataldesi.
Sergio Iacona
Sergio Iacona sul divieto di trasferta ai tifosi della Nissa: “I provvedimenti penalizzeranno le persone civili e pacifiche oltre che la squadra”

1 commento
1 commento







Dura lex, sed lex.
E si potrebbe anche dire che l’inciviltà di questi “pochi” tifosi rispecchia proporzionalmente quella di quei “pochi” cittadini che rendono la città invivibile.
Nel mondo del calcio nisseno e sancataldese questi facinorosi sono ben conosciuti, da noi tifosi e probabilmente anche dalle precedenti dirigenze (quelle con radici nella nostra città). Se si volessero isolare, si potrebbe fare.
Ma è più semplice lamentarsi con una lettera che agire.
Peccato che a farne le spese sia il nostro incolpevole Presidente.