Condanne per due operatori socio sanitari di una sospetta casa di riposo lager. Le ha chieste la procura nei confronti di altrettanti imputati che hanno scelto di esser giudicati con il rito abbreviato.
Mentre altri tre sotto accusa, compresa la responsabile della casa di riposo «Santa Chiara» di Caltanissetta, hanno scelto la via del patteggiamento.
È di 4 anni e 8 mesi la richiesta di pena per Pietro Castronovo e 4 anni per Gaetano Marrocco (assistiti dagli avvocati Dino Milazzo, Martina Vurruso e Rossella Nicoletti) entrambi operatori della struttura finita al centro di un'indagine dei carabinieri. Queste le proposte del pm Piera Anzalone.
Patteggiamento, di contro, per Agata Giovanna Salamone, a capo della «Agata srls» che gestiva la casa di riposo , la sorella, Donatella Michela Salamone (assistite dall'avvocato Boris Pastorello), e l'operatore socio sanitario Gianluca Giuseppe Ciresi (assistito dall'avvocato Rosario Didato) pure loro al cospetto del giudice Santi Bologna.
Lo stesso gup ha ammesso le parti civili (assistite dagli avvocati Giuseppe Dacquì, Ramona Dacquì e Italo Attardo) eredi di ex ospiti, poi deceduti, di quella stessa struttura.
L'amministratrice dello stesso centro per anziani, invece, ha scelto di essere giudicata con il rito ordinario e la sua posizione s'è scissa dalle altre.
Sono accusati, Sono tirati in ballo, a vario titolo, di maltrattamenti, sequestro di persona, abbandono di persone ed esercizio abusivo di pratiche sanitarie.
A dare l'input all'indagine dei carabinieri è stata la querela presentata da una cuoca della stessa struttura a cui, per qualche tempo, aveva affidato il padre per poi portarlo via.
Secondo la tesi accusatoria, gli ospiti più fragili venivano immobilizzati a letto con mezzi di contenimento o legati con cinghie alle sedie a rotelle, impedendo loro qualsiasi movimento.
E a metà dicembre dello scorso anno è scattato il blitz con nove arresti, di cui sei in carcere e tre ai domiciliari.







