Sospeso per un anno il medico Giuseppe Reina, 63 anni, indagato per violenza sessuale. La misura interdittiva è stata emessa dal gip del tribunale etneo. L'indagato è stato ritenuto dal Gip gravemente indiziato di violenza sessuale, aggravata dal rapporto di subordinazione, commessa ai danni di un medico chirurgo quando Reina era primario nell'ospedale di Paternò, nel Catanese. Ora è l'attuale direttore sanitario dell'Azienda sanitaria
provinciale (Asp) di Catania. Si è insediato il 3 settembre del 2024. Originario di Catania, prima era stato direttore del dipartimento di Chirurgia dell'Asp di Catania e delle Unità operative complesse di Chirurgia di Biancavilla e di Paternò. Gli inquirenti contestano al primario diversi episodi nel periodo tra il 2018 e il 2024, in cui il medico avrebbe tenuto nell'ambito della struttura pubblica espliciti comportamenti finalizzati a ottenere prestazioni sessuali da personale femminile operante nella struttura. Le indagini avrebbero accertato atti sessuali ripetuti con le persone offese, sulla base di abuso di autorità e del timore di subire pregiudizi professionali nella sfera professionale, evidenziando che fra le diverse ipotesi contestate – sulla base di video-riprese, intercettazioni, dichiarazioni – il Gip ne ha ritenuta corroborata da gravi indizi solo una. Sulla base delle indagini svolte i fatti sarebbero avvenuti sul luogo di lavoro, durante i turni di servizio, vicende immortalate da un impianto di video ripresa. A carico dell'indagato, l'Ufficio Gip del Tribunale di Catania ha ravvisato gravi indizi di reità concernenti una sola violenza sessuale commessa ai danni di una collega medico chirurgo, in quanto l'indagato, nell'esercizio delle sue funzioni, approfittando dello stato di soggezione della vittima – come conseguenza della condizione subordinata della donna – l'avrebbe indotta a subire atti sessuali. In particolare, anche in occasione delle visite ai pazienti svolte congiuntamente alla vittima presso il nosocomio, il 63enne l'avrebbe palpeggiaViota con gesti rapidi, “rivolgendole avance di tipo sessuale e in molteplici casi la condotta si sarebbe realizzata con comportamenti realizzati all'interno del nosocomio, mediante gesti rapidi tali da impedire alla vittima di sottrarsi alla sua azione, di difendersi e comunque di manifestare il proprio dissenso”.
Violenza sessuale, sospeso per un anno il direttore sanitario dell’Asp di Catania

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