(Ignazio Marchese, Blogsicilia.it) E’ stato freddato come un boss con due colpi al torace e uno ravvicinato alla testa. Un’esecuzione senza scampo. Ma la vita, la famiglia, gli amici e tutti quelli che lo hanno conosciuto raccontano che Badr Boudjemai, algerino di 41 anni, da anni regolare a Palermo era una persona per bene. Un uomo che ha lavorato per anni nei locali della movida palermitana sempre sereno e con un sorriso contagioso.
Il delitto la scorsa notte
L’omicidio avvenuto in via Roma a Palermo attorno a mezzanotte e mezza. Era uscito dieci minuti prima dal ristorante Appetì in via Emerico Amari. Stava tornando a casa in un’abitazione nei pressi del centro commerciale Lidl. Aveva mandato un messaggio alla moglie che lo attendeva come sempre: ‘Sto tornando’. Ma i killer non gli hanno dato scampo. A casa, dai due figli di 5 e un anno, non è tornato. Il corpo sul marciapiede.
I passanti lo hanno notato e hanno chiamato il 112. Da quel momento è iniziato un rompicapo per il procuratore aggiunto Ennio Petrigni e il pm Vincenzo Amico che coordinano le indagini condotte dai carabinieri del reparto operativo guidati dal colonnello Ivan Boracchia. Dalla scorsa notte sono stati sentiti tutti quelli che conoscevano il dipendente del ristorante che lavorava lì da un anno. Sono state acquisite le immagini dei sistemi di videosorveglianza. Pare che sul luogo del delitto c’erano due persone. Uno avrebbe esploso tre colpi che hanno raggiunto Badr Boudjemai. Hanno usato un revolver calibro 9. Non sono stati trovati bossoli per terra.
La famiglia distrutta
“Mio fratello era una persona buona che lavorava per la sua famiglia, per la moglie e i due figli piccoli che adorava”. Ha detto la sorella Fella Boudjemai. “Anche ieri sera come faceva sempre quando finiva di lavorare ha mandato un messaggio alla moglie ‘sto tornando’, ma lui non è arrivato mai – aggiunge Fella Boudjemai che lavora per Medici senza Frontiere – Sto arrivando a Palermo e andrò dai carabinieri per sapere del delitto di mio fratello. In famiglia non riusciamo a comprendere cosa sia successo. Tutti sanno che mio fratello è una persona buona che adorava la sua famiglia. Ha due figli di cinque e un anno. Dopo la nascita del secondo figlio la moglie è rimasta a casa pensava a tutto lui. Lavorava da mattina a sera”. Chi sono si capacita di quanto successo è Giuseppe Lo Jacono titolare del ristorante Appetì.
“Guardi è molto difficile parlare. Badr era una persona tranquilla, mai niente di sospetto o di strano, nessuno qui era venuto a cercarlo – dice in lacrime il titolare del ristorante – Faceva il buttadentro, ovvero attirava e accoglieva i clienti, era di natura una persona sorridente e serena. Lo chiamavamo Samir, prima di arrivare qui a Palermo lavorava sulle navi della Grimaldi. In città aveva finalmente trovato stipendio e rispetto ed era molto apprezzato dai clienti, dai quali riceveva anche ottime recensioni. Non aveva mai creato alcun problema- era carismatico, affabile. In città in tanti lo conoscevano perché aveva già lavorato in via Maqueda, non perdendo mai quel suo sorriso che tutti ricorderemo”.








