Pregiatissimo Presidente,
ho colto nel suo sguardo, al termine della partita contro il Siracusa, una profonda delusione, una sensazione che è difficile da nascondere e ancor più difficile da superare. Eppure, tra tutte le emozioni di quella giornata, ciò che ho maggiormente apprezzato è stata la sua scelta di rimanere tra la gente, di ascoltare i commenti e le critiche dei tifosi, con umiltà e disponibilità. Questo gesto è il segno di una leadership che va oltre i successi sul campo e che si fonda su una profonda connessione con la comunità.
Mi hanno fatto male questi fischi dagli spalti, non lo merita lei e tutti coloro che stanno credendo nel progetto Nissa. Abbiamo una stagione davanti da affrontare e non può e non deve mancare il sostegno collettivo anche quando si perde una partita.
Caltanissetta è una città particolare, una realtà che, purtroppo, sembra essersi rassegnata all’idea di essere sempre all’ultimo posto in ogni classifica. È una città che fa fatica a riconoscere che i successi, le vittorie, le conquiste più grandi arrivano solo quando si diventa davvero una comunità, capace di restare unita nei momenti di sconforto, nella sconfitta e nell’incertezza. Questa città troppo spesso dimentica chi si impegna per sollevarla, chi cerca di trasformare l’abitudine alla rassegnazione in un cammino di riscatto. Gli applausi entusiasti si trasformano in fischi umilianti in un attimo, e chi prima era amato diventa improvvisamente bersaglio di critiche.
Lei, caro Presidente, ci ha abituati a vincere. Ha portato la squadra a successi che hanno riacceso la speranza e l’orgoglio di appartenere a questa terra. Forse per questo non abbiamo avuto occasione di provare quel senso di frustrazione che, purtroppo, accompagna spesso chi tenta di sollevare questa città dal suo stato di torpore e rassegnazione. Qui a Caltanissetta ci chiamano Maonzesi, con un riferimento amaro a Gano di Magonza, il traditore della tradizione cavalleresca. È una città che tende a tradire, anche chi l’ha portata in alto. Sperimenterà, forse, come anche i più fidati collaboratori, con cui ha condiviso le emozioni più forti, potrebbero assumere atteggiamenti più distaccati nel momento della difficoltà.
Perché? Perché nessuno vuole sentirsi accusato di responsabilità. Ma lei, Presidente, non deve cedere a questa dinamica. Non si lasci scoraggiare, come è accaduto a tanti suoi predecessori che, animati dalle migliori intenzioni, hanno creduto in questa città, solo per poi allontanarsene.
Le più grandi vittorie, i successi più duraturi, passano inevitabilmente attraverso sconfitte e momenti difficili. Sono certo che, se saprà perseverare, troverà il sostegno di quei cittadini che non urlano più forte degli altri, ma che osservano con stima e rispetto. Magari sono silenziosi, non portatori di verità assolute, ma sono quelli che sapranno riconoscere il valore di ciò che sta costruendo. Sono quelli che sapranno dirle grazie per aver creduto in un progetto a lungo termine che potrà restituire dignità e onore a questa città, martoriata più dai suoi stessi cittadini che dagli avversari esterni.
Non molli, Presidente. La sua umiltà e determinazione sono oggi un esempio per tutti noi. Con la sua guida, la Nissa non rappresenta solo una squadra, ma la possibilità di riscatto per una città intera. Forza Nissa e grazie di cuore per il suo impegno. Sono sicuro che raggiungerà risultati importanti.
Con stima,
Fabio Ruvolo
Un tifoso riconoscente.
Grande Presidente 💪♥️