Marco Claudio Bruno
Nuovo evento culturale al 2d2 di via Bellini, 5 a Caltanissetta. Dopo la suggestiva mostra fotografica che ha raccolto i clic più belli di Elettra Ferrigno, il locale del centro storico ospita la mostra delle opere di Marco Claudio Bruno che sarà visitabile dal 12 al 31 dicembre . L'ingresso è libero.
Questa è la recensione del critico d'arte Franco Spena sull'arte di Bruno:
“Spesso l’attività della mano nell’arte si concretizza in un esercizio che diviene elemento portante nell’esecuzione dell’opera. La mano che padroneggia la materia, la manipola, la separa, la assembla; la materia che si fa essa stessa protagonista nel senso che condiziona e direziona il lavoro dell’artista che, mentre elabora il progetto del suo pensiero creativo, si pone in ascolto dei materiali che gli offrono non solo i mezzi, gli strumenti, ma anche le direzioni, i colori i timbri che concorrono a orientare la composizione e la ricerca. Una ricerca, come quella di Marco Claudio Bruno, che non fa a meno anche di un progetto concettuale che sovrintende il suo operare. Un esercizio che si carica di matrici antropologiche poiché gli elementi che adopera provengono dalla vita quotidiana. L’artista infatti utilizza per le sue composizioni le mollette di legno usate per stendere la biancheria, che taglia, seziona, sminuzza, mette insieme, accosta assembla secondo un progetto che si modula, si sviluppa in itinere, nel corso dell’elaborazione dell’opera, attraverso un lavoro certosino, paziente e minuzioso.
Un'opera di BrunoRealizza così delle tessiture complesse e articolate, di grande fascino e impatto visivo, per la preziosità che acquistano nei dettagli e negli accostamenti attraverso una tecnica attenta ed accurata, una sorta di operazione di taglia e incolla, studiata nei minimi particolari, nella collocazione delle mollette e dei loro frammenti sulla superficie, che si articolano in un sistema di relazione complesso e ricercato, estremamente attento allo studio dei ritmi e dell’equilibrio dei rapporti compositivi.
Ciò che concorre però all’elaborazione dell’opera è anche e soprattutto un elemento portante e risoluto che accentua la portata grafica dell’impianto e che ne determina il carattere fondamentale. E’ la scrittura
Una scrittura on significante ma ricondotta alla sua essenzialità rappresentata da lettere.
Le lettere, come le mollette, assumono il carattere di tessere, ritagliare a una a una, che intervengono a coprire le superfici intermedie o a impreziosire di minute cromie le mollette stesse con una copertura che le arricchisce di toni e grafismi.
Sono lettere recuperate dalla pubblicità e che vengono inserite nell’opera come una ulteriore tessitura, una sorta di controcanto alla partitura di base, un organico inserto cromatico che contrappunta in maniera segnica e coloristica l’incedere delle geometrie, dei piani e dei vuoti; una partitura ulteriore che organizza la visione di altri dettagli.
A volte le lettere divengono interamente protagoniste dell’opera, in quanto la compongono nella sua totalità e gli effetti grafici che Marco Claudio Bruno ottiene, si modulano in rapporti di colore e di segni volti anche a descrivere in maniera iconica quando la composizione, invece, non si sviluppa in maniera totale come una progressione di lettere che potrebbero espandersi all’infinito. Le lettere si assemblano così e si diradano formando delle composizioni informi sulla pagina che si sviluppa organicamente, segnata da un controllato geometrismo e da un rispetto armonico per la forma.
Tra ritagli di mollette e le lettere si realizza dunque un rapporto di continuità che armonizza le opere fra di loro e il gioco delle luci e delle ombre – quando i due elementi coesistono nella stessa composizione – dato dai volumi differenziati dei materiali, carica l’opera stessa di un geometrismo leggero, che dona movimento e varietà tonali. Gioco che entra anche in relazione con cromie decise della carta di cui sono costituite le lettere dell’alfabeto che coprono, a volte, anche le mollette formano quasi delle infiorescenze o delle forme riconoscibili, che agiscono come elementi di contrasto all’interno dell’impianto compositivo.
E’ un interesse per la composizione che, in fondo rimane al centro della ricerca dell’artista, caratterizzata, in ogni caso, da un grande senso della misura e del ritmo, non solo come azione di controllo del suo modo di procedere, ma come partecipazione attiva, come presenza psicologica attenta sia ai suggerimenti dei materiali, sia come relazione intima che interagisce col processo creativo e che si dimensiona come texture, forma, colore e anche poesia”.