Nel lontano 1956 Danilo Dolci (il Gandhi della Sicilia) affermava: “Il problema in Sicilia non è la mancanza d'acqua, ma la mancanza di utopia. Oggi in Sicilia manca l'utopia perché la gente preferisce fare i festival sotto gli acquedotti vuoti piuttosto che occuparli, di fottere l'acqua al vicino di casa, piuttosto che condividerla come facevano gli arabi con le gebbie”.
Le parole di Danilo Dolci mi sono tornate in mente a seguito dell’ordinanza emessa di recente dal sindaco di Caltanissetta Walter Tesauro in ordine alla gravissima crisi idrica che attanaglia la città. E dunque, al fine fronteggiare l’attuale emergenza idrica saranno collocati 12 serbatoi in altrettanti punti della città, dove i cittadini nisseni potranno recarsi per riempire d’acqua bidoni e altri recipienti per un massimo di 100 litri. Questo il contenuto dell’ordinanza contingibile e urgente emessa dal sindaco Walter Tesauro quale autorità territoriale di protezione civile, a tutela della pubblica incolumità, “atteso che la situazione della criticità idrica ha importante refluenza sull’igiene e sulla salute pubblica”. La collocazione dei serbatoi sarà precaria e per un lasso di tempo limitato “necessario – è detto nell’ordinanza sindacale – a superare l’attuale situazione di emergenza”. I serbatoi saranno collocati su una piattaforma in calcestruzzo prefabbricato di un’altezza di 50 centimetri “in modo da garantire l’agevole riempimento dei contenitori dai rubinetti di erogazione”. Al riempimento dei serbatoi di acqua potabile provvederà Caltaqua. La spesa complessiva prevista è di 43.920 euro. Spesa che sarà anticipata dal Comune, ma che ne chiederà il rimborso al Dipartimento Regionale della Protezione Civile.
Che dire? Mancanza di utopia significa mancanza di progetto, mancanza di programmazione. Significa mancanza di idee, di iniziativa. Inerzia. Sonno della ragione. Dalle istituzioni, dalle autorità responsabili ci arriva dunque questo messaggio di resa. Crisi climatica? Acqua quasi esaurita negli invasi? Reti colabrodo? Pozzi insufficienti? E allora qual è la soluzione concepita, qual è la soluzione posta in essere qui nella nostra città, nel nostro territorio, nell’anno 2024? I bidoni. E’ proprio vero, tragicamente vero: la mancanza di utopia degrada l’uomo. E noi, cari concittadini, stiamo per sprofondare nel degrado più assoluto, nel buio profondo di un’inesorabile, implacabile distopia.
Prof. Leandro Janni, presidente regionale di Italia Nostra Sicilia
sarebbe un ritorno al passato. non sono d’accordo circa l’installazione dei solo.
E’ acclarato che che tra Leandro Ianni e il Sindaco non ce’ empatia.Leandro Ianni da sempre e’ un criticone seriale contro le istituzioni locali nel bene o nel male.
Ho notato anche che il Professor Leandro Ianni’ e molto acculturato e gli faccio i miei complimenti nel citare il pensiero di Gandj.
Dimenticavo di commentare il fatto che il professor Leandro Ianni’ ha citato Danilo Dolci come il Gandhi de noialtri.
Non voglio criticare l’operato dell’attuale sindaco ma dal momento che siamo stati, e non solo il sindaco, abbandonati dalle istituzioni regionali e nazionali che dire. Per chi ha visto la trasmissione delle Iene sulla crisi idrica viene da rabbrividire: Musumeci che invita a ritornare per far vedere i suoi provvedimenti emessi durante il suo mandato di presidente della Regione Sicilia, Cuffaro che si affida a San Francesco dopo essersi affidato alla Madonna e l’attuale presidente Schifani che fa allontanare l’inviato delle Iene dalla sua scorta dicendo che aveva altro a cui pensare ed era impegnato, si a vedere il balletto. Ma di che stiamo parlando!!!!! Alla fine la colpa di chi è? Dei sindaci che non sono in grado di trovare i pozzi come era stato loro ordinato. Caro professore Iannì è giusto criticare ma dare anche delle soluzioni. Per esempio in un articolo pubblicato qualche tempo fa, se mal non ricordo sempre in questa testata giornalistica, l’architetto Santagati aveva proposto di recuperare quei 10 mila metri cubi di acqua che viene depurata giornalmente nel locale depuratore e raccoglierla per l’agricoltura, oppure gestire al meglio la distribuzione dell’acqua in modo da accontentare tutti gli utenti.