Basta uscire in centro, osservare le vie e le persone che le vivono per scoprire delle realtà molto diverse da quelle che, convenzionalmente, sono definite “normali”. Sono, come le ha definite la regista Stefania Zigarella, “anime nude”, individui che sfuggono agli schemi preconfezionati della realtà per arrogarsi il diritto e il piacere di vivere come aggrada a loro. Soggetti che, proprio per questo loro gusto, scelgono di scomparire, appunto “ammucciarsi”, durante le ore di maggiore movimento per riapparire, quasi magicamente, quando tutti sono andati via.
E’ questo universo parallelo che ha notato Stefania Zigarella, regista e attrice di progetti sperimentali, colpendola al punto tale da decidere di portare in scena queste “storie” la prossima settimana all’Istituto Testasecca. Lungi dal voler delineare un quadro clinico della malattia mentale, il testo lascia spazio a “loro”, quelle persone che, dopo la chiusura dei manicomi autorizzata dalla legge Basaglia del 13 maggio 1978, ha riversato fuori tanta gente che, in quei luoghi, cercava anche un rifugio.
Tutti fuori, dunque, ma dove? Nelle vie, nelle piazze, nelle città e, ascoltando bene quei monologhi è possibile ritrovare uno dei “personaggi” che si trovano per strada e ci fanno scaturire quel sorriso pirandelliano dove, dietro all’ilarità del momento, si cela l’amarezza di una realtà molto complessa.
Ciascuna di queste personaggi ha delle ferite ancora aperte, dei “vuoti” incolmabili che solo attraverso il teatro può raccontare. Il progetto, definito dalla regista un “esperimento”, mira a raccontare quello che troppo spesso la “ragione” non riesce a esprimere o a far capire. Lo spettatore, dunque, si troverà di fronte una persona che, senza filtri, racconterà qualcosa in apparenza privo di senso ma che, invece, nel profondo racchiude un mondo spaventoso. Monologhi, appunto, espressi da persone incapaci di condurre dialoghi con altri interlocutori e poter dare quelle risposte che alla moltitudine apparirebbero come “sensate”.
La malattia, in questo contesto, diventa un rifugio, un “viaggio teatrale che porterà all'interno delle più oscure cavità della psiche umana”, un luogo dove il malato, secondo la regista, sceglie di rifugiarsi, senza paura di coprirsi o raccontare sé stesso. Stefania Zigarella non è nuova di questi progetti sperimentali e, dopo aver conosciuto il mondo del teatro come allieva di Emma Dante durante i suoi studi al Liceo Classico di Caltanissetta, ha curato progetti multietnici al centro Madre Speranza e al Carcere Minorile: “il teatro per me – ha spiegato – è uno strumento terapeutico di rieducazione dell’individuo ed educazione sociale”
In scena, nelle dieci rappresentazioni in calendario presso l'Istituto Testasecca saranno pronti a fare riflettere: Alessio Anzalone, Alessia Giarratano, Selene Gangitano, Simone Marcè, Daniele Spinelli, Andrea Moltisanti, Giuseppe Perriera, Federica Giarratano, Chiara Pirrone, Clarissa Lopiano, Francesco Cancilla e Morena Mangione.
Collaborano per la perfetta messa in scena dello spettacolo l’aiuto regia Vanessa Terrana, la truccatrice Chiara Pirrone mentre la scenografia è stata curata da Alessia Giarratano e la grafica è stata affidata a Giuseppe Perriera.
L'ingresso per ogni spettacolo presso l'Istituto del Viale della Regione sarà limitato ad un numero massimo di 30 persone, e, dunque, è necessaria la prenotazione anticipata. Il ricavato della vendita dei biglietti sarà devoluto a favore delle attività sociali svolte dall'Istituto Testasecca.
Per l'acquisto del biglietto rivolgersi all'account Facebook “Salto Nel Vuoto” oppure ai componenti della Compagnia Teatrale.
Le date degli spettacoli:
5 ottobre: primo spett. ore 18.30 – secondo spett. ore 21.30; 6 ottobre: spett. unico ore 21.30; 7 ottobre: spett. unico ore 21.30, 8 ottobre: spett. unico ore 21.30; 12 ottobre: primo spett. ore 18.30 – secondo spett. ore 21.30; 13 ottobre: spett. unico ore 21.30; 14 ottobre: spett. unico ore 21.30; 15 ottobre: spett unico ore 21.30
Stefania Zigarella con “Anime nude… ammucciate” affronta la psiche umana dopo la chiusura dei manicomi
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