Questa sera, presso la Cattedrale di Caltanissetta, sarà presentato alla città il gruppo scultoreo dell’Ultima Cena dopo i lavori di restauro finanziati dalla ditta PFE della famiglia Navarra.
La vara è stata realizzata nel 1885 da Francesco e Vincenzo Biangardi su commissione del ceto dei panettieri e fornai che ancora ne detengono il possesso.
Ma come si effettua il restauro? Ce lo racconta Alessandro Maria Barrafranca, Direttore dei Lavori e ricercatore di storia locale.
“Bisogna innanzi tutto rimuovere la stesura pittorica e pulire con attenzione i numerosi ritocchi ad olio, sui visi, sulle mani e sui piedi delle tredici sculture che compongono l’opera. Questi presentavano danni sia di natura antropica che chimica. Conclusa questa fase è emerso che le statue erano ricoperte di una vivace tipica dell’arte presepiale napoletana di fine Ottocento che, grazie agli effetti cromatici, metteva in rilievo le forme volumetriche delle sculture e della loro gestualità.
L’intervento localizzato alle parti più “nobili” della vara ha portato, in corso d’opera, a una serie di scoperte – conclude Barrafranca – che vanno considerate come un prezioso momento di studio della realtà devozionale cittadina e di queste opere di natura etno-antropologica particolarmente care ai Nisseni”.
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